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Sylos Labini: "Dobbiamo ripartire dalla cultura"

Il responsabile nazionale cultura di Forza Italia presenta insieme a Mariastella Gelmini la sua squadra in Lombardia

Sylos Labini: "Dobbiamo ripartire dalla cultura"

Ripartire dalla cultura. Liberarla dalle catene della sinistra e di una certa gestione statale, per trasformarla in un volano per tutta l'economia del nostro Paese. Perchè con la cultura si può mangiare, eccome. È questo il messaggio forte e chiaro spedito da Edoardo Sylos Labini, responsabile culturale nazionale di Forza Italia. Accanto a lui, infatti, ci sono cinque responsabili per altrettanti settori dell'arte. E lo schema si replica in ogni regione. Nella squadra lombarda sono schierati nomi illustri: Angelo Crespi (arte, letteratura e beni culturali), Riccardo Bertollini (teatro e danza), Nazzareno Carusi (musica), Alessandro Munari (cinema, web e tv), Sergio Gaddi (economia e marketing). Cento persone sparse in tutta la penisola, un parlamentino in seduta permanente che riprenderà in mano i fili di un discorso - quello tra la cultura e la destra -, che per troppi anni è stato sottovalutato. "Con l'Italia si possono rilanciare l'immagine e l'economia del nostro Paese. Abbiamo un patrimonio artistico e culturale sterminato, ce lo invida tutto il mondo. E proprio da qui dobbiamo ripartire." Come? La ricetta di Labini si può sintetizzare in un motto efficace: liberare la cultura. "Le nostre linee guida sono delle proposte concrete, partendo dalle liberalizzazioni, detassando la cultura con i tax shelter e i tax credit per liberare un'energia creativa ed economica. In Italia il comparto culurale produce 80,8 miliardi del pil nazionale, con 460mila aziende e oltre due milioni di lavoratori. Senza calcolare l'effetto moltiplicatore che la cultura ha su altri settori dell'economia come il turismo e i trasporti". Ma c'è anche l'impegno sul territorio e la battaglia per difendere Milano capitale della cultura dagli assalti della giunta Pisapia. Nel mirino finisce la scelta del Comune di pedonalizzare piazza Castello e trasformarla in un suk. "È uno scempio. Non è possibile che un patrimonio artistico così importante a livello mondiale sia diventato un bazar, una sagra paesana". "Il nostro è un progetto continuo nel tempo, non è finalizzato alla campagna elettorale - ha spiegato Mariastella Gelmini, vicecapogruppo alla Camera di FI e coordinatrice lombarda del partito -. Dopo le elezioni organizzeremo un incontro con tutti i rappresentanti dell’arte e della cultura in Lombardia per prendere appunti per il rilancio di questo comparto, con un approccio assolutamente liberale". Un progetto che, ha continuato Sylos Labini, sarà aperto a tutti gli artisti, di qualunque provenienza, perché l'arte non ha colore: "Un artista non è né di destra né di sinistra.

E' un essere libero".

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