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Tasi, aumenti confermati. E la Chiesa non pagherà

Mano libera ai Comuni in cambio di detrazioni. Esentati luoghi di culto e immobili del Vaticano

Roma - La prima stangata del governo Renzi ha preso la sua forma definitiva. Anche se la Chiesa potrà evitarla grazie all'esenzione totale. Il testo del decreto «salva-Roma», con il bollino della Ragioneria generale dello Stato, consente ai Comuni di aumentare ulteriormente fino allo 0,8 per mille le aliquote Tasi «a condizione che siano finanziate detrazioni d'imposta o altre misure relative alle abitazioni principali e alle unità immobiliari a esse equiparate» tali da generare effetti equivalenti a quelli dell'Imu.

In buona sostanza, però, il maxiaumento serve a finanziare un contributo a favore dei Comuni di 625 milioni di euro per il 2014. Spetterà a un decreto del ministro dell'Economia, di concerto con il ministro dell'Interno, individuare la quota di risorse che spetterà a ciascun ente locale, tenendo conto dei gettiti standard ed effettivi dell'Imu e della Tasi. Insomma, il finanziamento delle detrazioni si rivela una «maschera»: il decreto continua a foraggiare la spesa corrente dei sindaci evitando, per quanto possibile, situazioni di dissesto finanziario.

D'altronde, se il provvedimento si chiama «salva-Roma», un occhio di riguardo per i sindaci era quasi obbligato soprattutto considerando la precedente occupazione dell'attuale premier.

Per quanto riguarda la Capitale sono confermate le indicazioni emerse nei giorni scorsi. La gestione commissariale del debito di Roma si accolla altri 115 milioni di oneri. Viene inoltre confermato il contributo di 350 milioni per il finanziamento della massa debitoria. Lo Stato pretende, tuttavia, che la Capitale elabori un business plan contenente: dismissioni o liquidazione delle partecipate che non esercitino servizio pubblico (resta perciò in bilico la cessione in tutto o in parte del 51% della utility quotata Acea), adozione dei costi standard parametrati a quelli delle grandi città italiane, tagli al personale delle municipalizzate in perdita previo accordo coi sindacati e liberalizzazioni del trasporto pubblico locale e della nettezza urbana. Una delle notizie di principale rilievo, però, è rappresentata dalla conferma delle esenzioni Tasi per tutti «i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto». La Santa Sede non sarà tenuta al versamento dell'imposta per gli immobili di proprietà indicati nei Patti Lateranensi. Confermati, infine, i 20 milioni di euro per garantire i servizi di pulizia e gli ausiliari in 3.500 scuole a marzo.

E per i cittadini? A loro non resta che pagare la Tasi e la Tari (il nuovo nome della tassa sui rifiuti). I Comuni dovranno stabilire le scadenze di pagamento (mediante il ricorso al modello F24 o al bollettino postale) prevedendo almeno due rate semestrali e in modo differenziato per le due tasse in modo da diluire la mazzata.

Sarà comunque possibile il pagamento in un'unica soluzione entro il 16 giugno di ogni anno.

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