La Buvette

Tasse ingiuste, altro che bellissime

L’assurda storia di Anna, a 99 anni “perseguitata” dallo Stato

Tasse ingiuste, altro che bellissime

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Tasse ingiuste, altro che bellissime

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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Nessuno ama le tasse. Ha ragione Giorgia Meloni, “non sono bellissime.” E, spesso, non sono nemmeno eque. Non piacciono molto al nostro Presidente del Consiglio e non piacciono neanche alla signora Anna Possi. Una splendida novantanovenne (in corsa per i 100 anni) che ancora oggi lavora nel suo bar di Nebbiuno, Novara.

Lavora Anna, e paga le tasse. Eccome se le paga. Fin qui, nulla da lamentare, è giusto che un esercente paghi. Ma c’è un paradosso tutto italiano. Ascoltate bene: la signora Anna è in pensione da quarant’anni ed è costretta (a 99 anni) a pagare ancora oggi i contributi, le tasse, per la sua pensione. No, non è uno scherzo!

*ASCOLTA IL PODCAST E L’INTERVISTA ALLA SIGNORA ANNA*

La signora Anna incassa ogni mese una pensione minima da 528 euro e, puntualmente, ogni tre mesi, versa nelle casse dello Stato ben 590 euro per la sua pensione. Una pensione che già riceve. Avete capito che giro? Lo Stato eroga alla barista più longeva d’Italia una meritatissima e poverissima pensione da 500 euro e ogni tre mesi, però, gli richiede indietro i soldi. Per cosa? Per la sua pensione che, pare evidente, non incasserà mai.

Così, nelle tasche della signora Anna restano poco più di 330 euro al mese per poter vivere. Inutile dire che gli affari nel piccolo bar del paese non vadano benissimo. Gli incassi sono veramente miseri. I clienti pochi e affezionati. Certo, molti di voi potrebbero dire: ma perché non va in pensione e smette di lavorare? Perché per lei sarebbe la fine. La morte.

La signora Anna per la sua determinazione e il suo impegno dietro il bancone del bar è stata proposta come Cavaliere della Repubblica, ma lei preferisce piuttosto non dover pagare ancora oggi le tasse sulla sue pensione.

“Che me ne faccio del titolo?” Ci ha detto.

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