Politica

La tentazione di Berlusconi: scendere in piazza con i suoi

Il Cavaliere, ieri a Milano, torna a Palazzo Grazioli per il sit-in delle 18. Anche nell'ultimo gabinetto di guerra i big del Pdl con la figlia Marina

La tentazione di Berlusconi: scendere in piazza con i suoi

Un tandem inusuale, almeno per quel che riguarda la politica. Ma venerdì Silvio Berlusconi e la primogenita Marina sono rimasti uno a fianco all'altro tutto il giorno, dalla riunione fatta a ora di pranzo insieme ai big del partito fino al lungo incontro serale andato avanti fino a mezzanotte con – tra gli altri - Gianni Letta, Fedele Confalonieri, Angelino Alfano, Renato Schifani, Renato Brunetta, Daniela Santanché, Daniele Capezzone e Fabrizio Cicchitto. Marina è sempre presente, a pranzo come nella lunga cena. Ed è la prima volta che la presidente della Mondadori partecipa a Palazzo Grazioli a quello che è un vero e proprio vertice politico h24. Per alcuni il segnale che la sua discesa in campo a fianco del padre è ormai imminente, per altri la conferma che – comunque vada - d'ora in avanti la primogenita del Cavaliere non resterà più nelle retrovie.
Di certo, i due sono sulle stesse posizioni. E quando a sera Berlusconi conferma la linea dura lei è la prima ad annuire: sì alla manifestazioni che si terrà oggi sotto via del Plebiscito nonostante le perplessità dei coordinatori regionali preoccupati dal poco preavviso e dalla calda domenica d'agosto; sì a tenere aperta la strada del voto se – è il senso delle parole dell'ex premier – «nessuno si farà carico di difendere le mie prerogative»; sì a chiedere al Quirinale, seppure con toni rispettosi, di farsi carico della vicenda. Ci penseranno domani i capigruppo del Pdl Brunetta e Schifani, attesi al Colle per un faccia a faccia con Giorgio Napolitano.

Secondo il Cavaliere, infatti, è arrivato il momento che «tutti si assumano le proprie responsabilità», dal Quirinale alle opposizioni. Perché – ripete nel corso delle riunioni - «con questa assurda condanna si vogliono privare dei loro diritti politici dieci milioni di italiani». È inammissibile, secondo l'ex premier, che si permetta alla magistratura di «allontanare in modo violento dalla vita politica» il leader dell'area di centrodestra, che si faccia «grazie alle toghe politicizzate» quel che non si è riuscito a fare attraverso le urne. Ed è questa la ragione del perché il Cavaliere torna a guardare alle elezioni anticipate. Perché a suo avviso è proprio lì che può riprendersi quella legittimità che la sentenza della Cassazione gli ha in qualche modo portato via.

Ecco il perché di un Berlusconi di nuovo sugli scudi, seppure con un approccio decisamente prudente. Non a caso alla manifestazione di via del Plebiscito non parteciperanno i ministri del Pdl, proprio per evitare di rendere esplosivo il clima dentro il governo guidato da Enrico Letta. Questo non significa che i toni non saranno duri e determinati, anzi. Peraltro, oggi pomeriggio Berlusconi dovrebbe rientrare a Roma. Qualcuno dice potrebbe affacciarsi per un saluto a chi verrà a solidarizzare con lui sotto Palazzo Grazioli. Più probabile, invece, che il Cavaliere scenda direttamente in strada per mischiarsi ai manifestanti.

E chissà che con lui non ci sia anche Marina, visto che – proprio come tutta la giornata di venerdì – ieri mattina sono partiti per Arcore insieme.

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