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Terni, indagato il sindaco Bandecchi dopo la lite in Consiglio comunale

Il sindaco di Terni indagato per minacce, oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Bandecchi ha a sua volta presentato una querela per le parole che gli sono state rivolte ("pagliaccio vieni qua")

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Dopo la rissa sfiorata lo scorso 28 agosto durante il consiglio comunale il sindaco di Terni Stefano Bandecchi è stato iscritto nel registro degli indagati dalla locale Procura. In quell’occasione il primo cittadino si era scagliato contro l'esponente di Fratelli d'Italia Marco Celestino Cecconi, venendo bloccato dalla polizia municipale. La notizia è riportata dal Corriere dell’Umbria che ha anche specificato che si tratta di un atto dovuto.

Dopo il Consiglio le minoranze si erano recate dal prefetto per informarlo sui fatti avvenuti. Gli esponenti di Fratelli d'Italia avevano compiuto anche un altro passo presentandosi dai carabinieri per segnalare quanto accaduto. La vicenda era uscita dai confini cittadini. I parlamentari del Pd Walter Verini e Anna Ascani, a loro volta, avevano interessato della vicenda il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

Durante il dibattito in Aula si era creato un clima di tensione a causa di uno scambio di battute dai toni decisamente polemici tra Bandecchi e Orlando Masselli, assessore al Bilancio nella precedente Giunta e candidato sindaco del centrodestra sconfitto nel ballottaggio per la guida di Palazzo Spada."Mi devono chiedere scusa, perché quando parla un consigliere e a maggior ragione il sindaco, tutti gli altri devono stare zitti", aveva affermato il sindaco dopo l'accaduto.

Il fascicolo, aperto dal sostituto procuratore Marco Stramaglia e che porta la firma anche del procuratore Alberto Liguori, come confermano fonti giudiziarie vede ipotizzati tre reati a carico di Bandecchi: minacce, oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Tra gli elementi che si dovranno valutare ci sarebbe anche la reazione del sindaco all'intervento di tre agenti della polizia locale che, come prassi, erano presenti al Consiglio.

L'autorità giudiziaria ha deciso anche di acquisire i filmati girati da una testata giornalistica (Radio Tele Galileo) in occasione della seduta consiliare in questione. A seguito del lavoro degli inquirenti, le ipotesi di reato potranno essere confermate, modificate o archiviate: spetterà alla Procura decidere in tal senso.

Il sindaco risponde con una querela

Bandecchi, però, non ci sta e a sua volta ha deciso di presentare una querela: "Ho presentato un esposto preciso - ha riferito - contro l'aggressione che ho subito in Consiglio comunale. Precisamente contro le parole rivoltemi da Masselli, sentite da testimoni, ovvero 'pagliaccio vieni qua’. Dette sbeffeggiandomi e ridendo. E contro il consigliere Cecconi che si è alzato e ha iniziato a urlare, costringendo la presidente a richiamarlo più volte e me a dirgli di mettersi seduto. Per questo mi sono alzato, per farlo rimettere al suo posto. C'è stata una evidente interruzione dei lavori di un pubblico ufficiale, quindi un'interruzione di pubblico servizio".

Parlando poi con l’Ansa il sindaco ha replicato prima con una battuta: "Se mi hanno iscritto, non è la prima volta". Successivamente ha spiegato i passi giudiziari compiuti, spiegando di avere anche "sporto denuncia per le minacce di morte ricevute un mese fa (si tratta di un episodio inizialmente descritto dallo stesso primo cittadino come un tentativo di rapina subìto a Roma il 25 luglio, ndr) ed erano minacce direttamente legate al mio ruolo di sindaco". Bandecchi ha aggiunto che di questo aveva già informato il prefetto di Terni, il questore e il comandante provinciale dei carabinieri. "Avevo parlato- ha aggiunto- alla 'nuora’ perché la 'suocera’ intendesse, ma evidentemente non ha inteso e quindi ho denunciato tutto".

Il primo cittadino ha anche evidenziato che "quando dissi a tutti che non volevo sporgere denuncia per quelle minacce, spiegai che evidentemente qualcuno si era fatto 'agitare’ dai continui atteggiamenti che Fratelli d'Italia ha nei miei confronti. Sono sette mesi, cioè dalla campagna elettorale, che pubblicano storie e leggende per cui dovrei essere un criminale, al punto da mettere in discussione quanto deciso liberamente e democraticamente dai cittadini. Da tre mesi poi il consigliere Cecconi mi prendere in giro con le sue dirette video, fomentando alcuni poveracci che poi gli vanno dietro. Ci si deve rendere conto che le parole uccidono e avevo parlato con le autorità proprio per questo.

Ora vediamo chi vince".

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