Politica

Terzo settore, Renzi la lancia leva per la difesa della Patria

Al via la consultazione online per la riforma del Terzo settore: servizio civile per 100mila giovani e voucher sociali

Il premier Matteo Renzi saluta glni alunni della scuola Massaua a Milano
Il premier Matteo Renzi saluta glni alunni della scuola Massaua a Milano

Arriva la leva "per la difesa della patria". Accanto al servizio militare tradizionale il governo pensa di istituire un "Servizio civile nazionale universale" per garantire ogni anno a 100mila giovani di poter svolgere per otto mesi, prorogabili di quattro, e aperta agli stranieri, il servizio civile. La misura rientra nelle linee guida per una riforma del Terzo settore che sono state anticipate questa mattina da Matteo Renzi. Il premier ha, infatti, annunciato via Twitter la pubblicazione on line del pacchetto per aprire una consultazione tra i cittadini. "Adesso un mese di discussione e poi parte l'iter", ha twittato Renzi.

Renzi ha invitato tutti i cittadini a dare al governo suggerimenti per riformare "l’Italia del volontariato, della cooperazione sociale, dell’associazionismo no-profit, delle fondazioni e delle imprese sociali". "Su tutte queste proposte - si legge nel documento - ci piacerebbe conoscere le opinioni di chi con altruismo opera tutti giorni nel Terzo settore, così come di tutti gli stakeholder e i cittadini sostenitori o utenti finali degli enti del no-profit". La consultazione sarà aperta dal 13 maggio al 13 giugno. "Nelle due settimane successive - ha spiegato Renzi - il governo predisporrà il disegno di legge delega che sarà approvato dal consiglio dei Ministri il giorno 27 giugno 2014". Oltre alla leva, che prevederà benefit sotto forma di crediti formativi o tirocini e si potrà svolgere in parte nei Paesi dell'Unione europea, il pacchetto di riforma introduce nuove fondamenta giuridiche degli enti no profit per "separare il grano dal loglio, attraverso la riforma del libro I e titolo II del codice civile per individuare i requisiti sostanziali, la struttura di governance e gli obblighi di trasparenza ma anche lo snellimento delle procedure di riconoscimento e i criteri per la gestione economica".

Il secondo punto su cui il governo intende procedere è l’aggiornamento della legge sul volontariato con il riconoscimento delle reti di volontariato di secondo livello, la ridefinizione dei compiti dell’osservatorio nazionale, la riduzione degli adempimenti burocratici e criteri più trasparenti. La legge sulle Associazioni di promozione sociale sarà rivista in modo da "razionalizzare le modalità di iscrizione ai registri e armonizzare il regime di agevolazioni fiscali rispetto a quello di altre categorie di enti no profit". A questi interventi il governo affiancherà una authority del terzo settore e alla redazione di un testo unico. Sarà, poi, valorizzato il principio di sussidiarietà facendo contribuire gli enti no profit alla programmazione delle politiche pubbliche a livello territoriale, con una revisione dei requisiti per l’autorizzazione dei servizi sociali e l’introduzione di incentivi per la libera scelta dell’utente a favore delle imprese sociali con detrazioni fiscali o voucher. Per "far decollare l’impresa sociale" l'esecutivo propone di rendere obbligatoria l’assunzione dello specifico status ampliando le materie di competenza e le categorie di lavoratori svantaggiati, prevedendo poi forme limitate di remunerazione del capitale sociale e armonizzando agevolazioni e benefici di legge. L’ultimo obiettivo che si propone il testo del governo è "dare stabilità e ampliare le forme di sostegno economico, pubblico e privato, degli enti del terzo settore" attraverso il riordino delle fiscalità di vantaggio anche per chiarire meglio la "controversa accezione di modalità non commerciale". Si prevede, infine, un potenziamento del 5 per mille e la disciplina sperimentale del voucher per il secondo welfare delle famiglie.

"Lo chiamano terzo settore - si legge nelle linee guida del governo - ma in realtà è il primo, e anche in questo caso vogliamo fare sul serio". I tre obiettivi posti da Renzi sono la costruzione di un nuovo welfare partecipativo con una governance allargata ai corpi intermedi e al terzo settore, la valorizzazione del potenziale di crescita dell’economia sociale e la premiazione di chi contribuisce, con donazioni o impegno personale, a queste iniziative.

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