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Porcellum, prove d'intesa. Maroni: "Torniamo al voto"

I grillini smentiscono l'asse col Pd, Zanda lavora coi montiani sulla legge elettorale

Porcellum, prove d'intesa. Maroni: "Torniamo al voto"

Milano - Anche l'opposizione sente odore di urne, mentre Pd e Scelta civica - lontano dai riflettori - lavorano al nuovo Porcellum, così che si possa andare a votare con una legge diversa. Forse non il 27 ottobre, come scriveva ieri Repubblica, ma la «lunga telefonata» di ieri tra il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda e il capogruppo di Scelta civica Gianluca Susta, su una «improvvisa accelerazione dell'iter sulla legge elettorale» - come recitano le agenzie di stampa - è il segnale che a settembre il Porcellum avrà le ore contate. Un'intesa, quella tra Pd e centristi, che non è piaciuta al vicepresidente dei senatori del Pdl, Giuseppe Esposito: «Zanda e Susta gettano altra benzina sul fuoco accelerando sulla riforma - ha detto con tono deciso - Sono gli effetti della continua e incessante opera di distruzione della democrazia italiana proveniente dal partito di Repubblica, alla quale hanno aderito i due capigruppo del Pd e del residuo gruppo di Scelta Civica. Ma noi non cadremo nel tranello, né in queste ennesime provocazioni, continuando a difendere fino allo stremo la democrazia di questo Paese».

Porcellum o no, ci va giù duro il segretario della Lega Roberto Maroni che su Twitter scrive: «Il Pdl evoca la guerra civile, il Pd l'accusa di eversione. E questa sarebbe una maggioranza di governo? Letta go home, elezioni subito».

Più possibilista sulla durata di un governo ormai traballante è invece Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia - centrodestra nazionale: «La stabilità è meglio di una campagna elettorale, ma solo se si ha un programma, un obiettivo una maggioranza coesa. E se qualcuno pensa che questa sia l'unica alleanza possibile, può cercarne la legittimazione nelle urne». L'alternativa, in caso contrario, pare quindi essere una lunga e dolorosa partita di nervi per vedere chi, tra Pdl e Pd, staccherà per primo la spina. Una campagna elettorale estenuante, basa sulla reciproca accusa di irresponsabilità che non farebbe altro che creare ancora più confusione. Per questo Crosetto chiede «immediatamente una nuova legge elettorale e se non c'è un governo forte si torni al giudizio del popolo». E per rendere più incisivo il suo appello, si rivolge direttamente al presidente Napolitano: «Un'opposizione interna al governo non sarebbe positivo per i mercati e la credibilità internazionale, ossia a tutto ciò che il presidente Napolitano ha richiamato nei giorni scorsi. Lui ha accettato di fare il presidente chiedendo un patto. Ma le condizioni di quel patto ci sono ancora? Non spetterebbe a lui tornare ad essere il garante della costituzione e prendere atto della situazione?». Si appella invece al Pd il segretario dell'Italia dei Valori Ignazio Messina, affinché «scriva la parola fine sul governo delle larghe intese» e dica basta al governo Letta.

Il Movimento Cinque Stelle esclude la possibiltà di un'alleanza con il Pd, smentendo le indiscrezioni di queste ultime ore. Per il partito di Grillo l'obiettivo è quello di arrivare ad una riforma elettorale prima di nuove elezioni, e su Facebook il capogruppo Riccardo Nuti ribadisce il solito slogan: «il Pd è il Pdl e con il Pd mai». E dalle parole passa all'azione la collega di partito Giulia Sarti, in un incontro a Rimini: «Non si può andare al voto con il Porcellum e per il rilancio del Paese stiamo già pensando a una azione molto forte a settembre, quando torneremo in Parlamento».Prima, quindi le vacanze estive, poi le azioni «salva Paese».
La base di un accordo parte comunque dalla considerazione condivisa che con il Porcellum non può esserci stabilità.

E settembre sarà il mese della verità.

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