Politica

Ue, è scontro sulla flessibilità: nuovo incontro Renzi-Merkel

Dopo le tensioni di ieri sera, nuovo tète a tète tra la cancelliera e il premier. Nella inserito un "miglior uso della flessibilità"

La cancelliera Angela Merkel e il premier Matteo Renzi
La cancelliera Angela Merkel e il premier Matteo Renzi

Dopo un'infuocata notte di schermaglie, a Bruxelles si respira un clima più disteso. Sono stati mossi i primi passi avanti verso un uso "migliore" della flessibilità con un riferimento esplicito al nodo delle "riforme strutturali". Un passaggio fortemente voluto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi dopo le tensioni di ieri con la cancelliera Angela Merkel. Questa mattina i due leader si sono nuovamente incontrati in un bilaterale. Il responsabile delle Politiche Ue, Sandro Gozi, parla apertamente di vittoria: "Abbiamo ottenuto quello che volevamo". Eppure la partita resta aperta. Perché adesso c'è da entrare a gamba tesa sul cruciale dossier delle nomine.

Quel che Renzi vuole è un'Europa che si dia una "mossa" per "le famiglie, la crescita e l’occupazione". E chiede che la sua ricetta fatta di rispetto delle regole ma di maggiore flessibilità passi come linea guida del mandato della prossima presidenza Ue. Il via libera a Jean-Claude Juncker è, quindi, vincolato al questo "cambio di verso". Un punto su cui ha tenuto duro anche con la cancelliera tedesca con la quale, sebbene i rispettivi uffici stampa assicurino ci sia sintonia, non sono certo mancati accesi momenti di tensione. Renzi si era detto soddisfatto del testo Van Rompuy ma, prima di arrivare a Ypres, aveva parlato di "bozza da limare". L'obiettivo è non calcolare nel computo del deficit il cofinanziamento dei fondi europei e le risorse per il pagamento dei debiti alla Pubblica amministrazione. Sono questi gli strumenti di flessibilità individuati da Palazzo Chigi. Un nodo su cui avrebbe trovato motivo di diverbio con la cancelliera. "Dopo cena - riferiscono le stesse fonti - le acque sono subito calmate". E Renzi e la Merkel avrebbero avuto un tète a tète distensivo "in un clima di intesa" per spiegarsi meglio le rispettive ragioni. Incontro bissato questa mattina per trovare la quadra su un altro capitolo piuttosto importante: la nomina del nuovo presidente della Commissione europea.

Il puzzle delle nomine resta comunque aperto. Ed è a dir poco complicato. La partita è segnata da veti incrociati che non fanno altro che accendere i toni dello scontro. Da ultimo il primo ministro inglese David Cameron è tornato a opporsi. Tanto che continuano a inseguirsi indiscrezioni e smentite su possibili "assi alternativi" da tirare fuori dalla manica all’ultimo momento. Non da ultima l'ipotesi di Enrico Letta al Consiglio Ue. Renzi vorrebbe che i 28 arrivino a un’intesa almeno politica sui nomi. E non solo a indicare quello di Juncker in vista di un nuovo Vertice Ue straordinario dato ormai per certo tra un paio di settimane. Ma se sul fronte dell’Agenda Van Rompuy qualcosa in più sembra spuntato, meno bene è andata la partita sull’immigrazione. Nella bozza conclusiva il concetto di reciprocità del riconoscimento dell’asilo, a cui puntava Renzi, è infatti scomparso.

Resta tuttavia il rafforzamento di Frontex, altro punto su cui aveva scommesso il governo italiano.

Commenti