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Ultima umiliazione per il Cav: la sua vita passata al setaccio

Gli assistenti sociali hanno fatto una relazione che finirà agli atti dell'udienza di giovedì. Nel mirino abitazione, abitudini e familiari del Cav

Niccolò Ghedini e Piero Longo, avvocati di Berlusconi
Niccolò Ghedini e Piero Longo, avvocati di Berlusconi

La prima sensazione che il cerchio gli si sta fisicamente stringendo intorno, Silvio Berlusconi deve averla provata ieri pomeriggio, quando dal Palazzo di giustizia di Milano i primi flash d'agenzia hanno annunciato che la Procura generale ha ordinato una «relazione» sul suo conto. Potrebbe sembrare una cosa da poco. Invece è il segnale che il count down in vista dell'udienza di dopodomani è ufficialmente iniziato, e la posizione di «Berlusconi Silvio, nato a Milano» eccetera eccetera è entrata nella burocrazia che in gergo si chiama dell'esecuzione penale. Fatta una sentenza, bisogna in qualche modo eseguirla. Anche di questa relazione si terrà conto giovedì, quando si terrà l'udienza che stabilirà se per la prima volta nella storia dell'Italia repubblicana un ex presidente del Consiglio finirà agli arresti.

La relazione è stata redatta formalmente dagli esperti dell'Uepe, Ufficio esecuzione penale esterna, la struttura del ministero della Giustizia che si occupa di seguire i condannati ammessi o candidati a misure alternative al carcere. Normalmente, a Milano l'Uepe entra in scena solo quando i condannati hanno da scontare più di un anno di carcere. Ma per Berlusconi, evidentemente, si è deciso di fare una eccezione. Ed è stata disposta una indagine «sociale». Nessun colloquio faccia a faccia, fanno sapere in serata gli ambienti della difesa del Cavaliere: «Se fosse stato chiesto un incontro il presidente Berlusconi sarebbe stato ovviamente disponibile ma non è arrivata nessuna richiesta». Sulla base di quali elementi è dunque stata stesa la relazione? Una parte delle risposte possono essere fornite sulla base di dati di pubblico dominio: il domicilio che Berlusconi ha indicato per scontare l'affidamento ai servizi sociali, ovvero la villa di Arcore, la sua idoneità ad essere tenuto sotto controllo, il contesto familiare e di relazioni in cui il condannato si trova a muoversi. Ma il resto?

I regolamenti parlano abbastanza chiaro: la «osservazione scientifica della personalità è diretta all'accertamento dei bisogni di ciascun soggetto, connessi alle eventuali carenze fisico-psichiche, affettive, educative e sociali, che sono state di pregiudizio all'instaurazione di una normale vita di relazione». È possibile disegnare un simile profilo di Berlusconi solo sulla base degli atti processuali? Ma ancora più esplicita è la norma che stabilisce che «viene espletata, con il condannato o l'internato, una riflessione sulle condotte antigiuridiche poste in essere, sulle motivazioni e sulle conseguenze negative delle stesse». Insomma, per una «osservazione» vera e propria era necessario incontrare Berlusconi. E questo non è avvenuto.

Resta il fatto che la macchina ha cominciato a muoversi. Se la relazione si è limitata ad analizzare la logistica della villa e il «contesto familiare», difficilmente potrà pesare negativamente sulla decisione di giovedì.

Ma se gli esperti dell'Uepe hanno riportato anche le esternazioni pubbliche di Berlusconi su giustizia e giudici potrebbe diventare il gancio cui i giudici potrebbero appendere una decisione clamorosa: il rifiuto dell'affidamento, e la reclusione pressoché immediata del leader di Forza Italia agli arresti domiciliari.

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