Politica

Vergogna canone: ci provano coi ciechi

La Rai vuole tassare persino l'Associazione ipovedenti di Parma. "Ma se non abbiamo neanche la radio..."

Vergogna canone: ci provano coi ciechi

La Rai ci prova anche con i ciechi. Niente di licenzioso, per carità. Ma è sicuramente molto triste che la televisione di Stato abbia inviato per l'ennesima volta la richiesta del canone speciale anche all'Associazione ciechi cristiani di Parma, una onlus che si dedica all'assistenza degli ipovedenti.

«Abbiamo scritto per ben tre volte che non abbiamo né televisione né radio», spiegò il presidente Salvatore Malta. Niente da fare. Puntuale ogni anno arriva presso la sede del centro sociale la richiesta dell'Ufficio Abbonamenti di versare il «contributo». Dunque, artigiani e imprenditori che utilizzano computer e tablet non sono gli unici a essere vessati da Viale Mazzini. Ci sono anche le associazioni di volontariato che non hanno nessuno scopo ricreativo e, dunque, non usano la tv. A Parma il mese scorso è stata richiesto il canone speciale per la «Categoria E» (che comprende alberghi, motel e villaggi con una sola tv, circoli, sedi di partito e, per l'appunto, associazioni). La stangata è la metà di quella rivolta a chi ha un ufficio: 203,7 euro anziché 407,35. «Non ci hanno mai risposto», s'è lamentato Malta che, ormai dal 2010, ogni anno riceve sempre la medesima richiesta con importi che, però, aumentano di volta.

La Lega Nord non ci ha pensato due volte e ha immediatamente presentato un'interrogazione al governo contro lo «stalkeraggio del canone». I firmatari sono il deputato Davide Caprini e il senatore Gian Marco centinaio, componente della commissione di Vigilanza Rai. «Sia compilato una volta per tutte un registro per tenere traccia di chi non deve pagare, la Rai la smetta di provocare inutili disagi», hanno scritto i due parlamentari auspicando la creazione di «un registro aggiornato». Secondo Caparini e Centinaio si tratterebbe della «soluzione più semplice e comoda per evitare richieste insistenti a chi è esentato, come nel caso dell'associazione parmense, da anni indebitamente bersagliata di cedolini, solleciti e richieste di saldo».

Una richiesta di buon senso che risparmierebbe la solita trafila burocratica. Attualmente, infatti, le istituzioni esentate dal pagamento del canone speciale (scuole, enti assistenziali, centri diurni per anziani) devono presentare ogni anno la richiesta di esonero. Un disguido può sempre capitare, come dimostra il caso della onlus. Però è la modalità che offende un ente che organizza corsi di Braille (e tutti gli altri che incorrono): si viene trattati come evasori.

Rovesciando la prospettiva, si può comprendere (ma non giustificare) l'utilizzo di questi espedienti. Nell'ultimo bilancio Rai pubblicato (quello del 2012) l'unica voce di ricavo con una crescita consistente è stata quella dei canoni speciali (+13,6% a 72,9 milioni). Mettere il piede sull'acceleratore significherebbe recuperare, ancorché parzialmente, quei tagli che la spending review ha imposto.

Anche a costo di vessare gli svantaggiati.

Commenti