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Invecchiare? É spaventoso per più della metà degli italiani

É il risultato di uno studio realizzato da Astra Ricerche per Assidai che puntava ad analizzare l'atteggiamento degli italiani nei confronti dell'invecchiamento. Tra le preoccupazioni ricorrenti quella di non essere più autonomi, finendo così per pesare sulla famiglia e sui figli.

La vecchiaia fa paura. La maggioranza degli italiani è letteralmente terrorizzata all'idea della decadenza fisica. Il 63 per cento non sopporta la prospettiva di non essere più autonomo, di dover dipendere dagli altri. Poco più della metà, il 58 per cento, non vuole pesare sul resto della famiglia in caso di problemi. Attenzione però: si tratta di una paura "passiva"che non produce comportamenti conseguenti. Soltanto il 41 per cento infatti adotta risposte attive.
É il risultato di uno studio realizzato da Astra Ricerche per Assidai, (fondo sanitario integrativo di Federmanager). La ricerca puntava ad analizzare approfonditamente l'atteggiamento degli italiani nei confronti dell'invecchiamento. Analisi utile per capire che cosa potrà accadere visto che il paese diventerà nel 2050 il quarto più vecchio al mondo, con un italiano su sette ultra-ottantenne.
Il 61 per cento degli intervistati si dice pronto a fare qualcosa per per prevenire l'invecchiamento in modo da mantenere una buona qualità della vita. Il 39 per cento però non fa assolutamente nulla. In questo gruppo lo studio individua diversi tipi di comportamento. Ci sono gli "angosciati paralizzati", persone vicine alla terza età, bloccate dalle proprie ansie. In maggioranza residenti al sud e nelle città maggiori, con licenza elementare e media, salariati e non interessati a internet. Il resto è composto da disinteressati, i quali rimandano o rimuovono il problema: generalmente si tratta di maschi, 34-55enni, residenti nei comuni minori, del ceto medio impiegatizio e autonomo così come gli imprenditori,i dirigenti, i professionisti, i benestanti e gli affluenti.
"Assistiamo a una forte ambivalenza nei sentimenti - spiega Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche - che i nostri connazionali ultra14enni affermano di provare pensando alla vecchiaia oggi e in futuro: malgrado vi sia la consapevolezza che rispetto al passato la medicina abbia fatto passi avanti straordinari per rendere più lunga e serena la vita degli anziani che oggi vivono più sani e più attivi rispetto a un tempo».
Enrico Finzi spiega che il 60 per cento crede che oggi gli anziani siano meno amati, rispettati, onorati, seguiti e curati a confronto degli anni del boom economico. E il 37, pari a circa 19 milioni di italiani, confessa che non vorrebbe invecchiare mai. Un altro 37 odia l'idea di invecchiare e «sentire il tempo che passa ogni giorno». Secondo l'indagine solo il 29 per cento degli intervistati è certo che a suo tempo potrà contare, se non dovesse essere più autosufficiente una volta superati i 70-80 anni, su un adeguato mix di diagnosi, terapie e assistenza senza dover dipendere dall'aiuto di familiari. Il 28 invece ipotizza, in quell'evenienza, di poter contare sui parenti o su badanti. E il 34 si affiderebbe al sistema pubblico di welfare, ma il 9 afferma di pensare a farla finita, ovvero al suicidio.

È invece il 41 ad avere già attivato una risposta attiva, ovvero prevenzione e assicurazione privata integrativa a quelle fornite dal Welfare.

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