Teatro

"Io come la Fracci? L'ho capito solo un attimo prima"

La nuova étoile nominata a sorpresa sul palco Infrante per la prima volta le regole della Scala

"Io come la Fracci? L'ho capito solo un attimo prima"

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Nicoletta Manni, le hanno mai detto che è la nuova Carla Fracci e che somiglia alla grande étoile? «Qualcuno me l'ha detto in determinate occasioni, ma per una somiglianza non estetica, per l'atteggiamento in alcune situazioni e in alcuni balletti. Lo considero un super complimento, un grande onore. Lo sguardo è ciò che ricordo di più di lei». Si è accesa una nuova stella, viva già nei sogni nebulosi di una bimba che amava follemente i tutù e giocava a passé e plié.

Nicoletta Manni è ancora quella bambina. Con tanto di lacrime quando è stata nominata étoile per la prima volta nella storia della Scala a sorpresa, sul palco, alla fine dello struggente Onegin danzato con Roberto Bolle. È il grado più alto la dignità di «stella». Dica la verità: un po' se lo aspettava?

«Dopo dieci anni da prima ballerina chiunque lo sognerebbe ma alla Scala non accadeva da anni perché è stato un privilegio riservato a pochi. L'ho immaginato solo un secondo prima. Quando ho sentito che il sovrintendente Dominique e il direttore del ballo Legrin, stranamente sul palco, pronunciavano il nome di Roberto (Bolle, ndr) prima del mio, ho capito che dovevano dire qualcosa a me e un secondo prima l'ho immaginato».

C'era tutta la sua famiglia?

«I miei genitori erano partiti il giorno prima, c'era mio fratello».

Ricorda il primo momento in cui ha pensato: «Sarò una ballerina»?

«Mia mamma era insegnante di danza a Copertino e la seguivo da quando avevo 3 anni perché non mi volevo separare da lei. Ma è nato tutto in modo naturale, non so dirle da che età lo sogno perché non ho mai pensato altro che di essere ballerina. Ma solo a 12 anni ho chiesto a mia madre di fare la prova alla Scala. Mi ricordo ancora il mese di prova, ogni giorno era una favola».

Suo marito, primo ballerino della Scala, Timofej Andrijashenko, alla stessa domanda ha risposto che da bambino pensava che avrebbe fatto il vigile del fuoco. Destino o vocazione?

«Sono fedele, sono una persona molto razionale e perfezionista. Mio marito è molto diverso da me, sto imparando moltissimo da lui: è più istintivo e mi aiuta a smorzare. Se qualcosa al lavoro non va bene, lui ha l'abilità di separare vita lavorativa e privata».

Non diventerà geloso, adesso che lei è étoile?

«Non siamo in competizione, lui non è mai geloso anche perché ero prima ballerina prima di lui».

C'era anche lui nel gran momento alla Scala.

«Sono felicissima che fosse lì, è stato un caso perché quella sera non danzava. Insieme abbiamo gioito pianto parlato tutta la notte. Lui è fiero e entusiasta».

Non è la prima volta che le capita un evento fiabesco, e non in scena. Nel 2022, alla fine di un Romeo e Giulietta, ha visto il suo Timofej inginocchiarsi con l'anello per chiederla in sposa. Sorpresa anche lì?

«Lì non ho capito assolutamente niente, è stato aiutato da molti complici. Pensavo fosse venuto a prendermi perché il palco dell'Arena di Verona è grande».

Figli in programma? Se sì, quando?

«Pensiamo tutti e due a una famiglia ma stanotte non ne abbiamo parlato. Andiamo un passo alla volta».

Rimpianti o rimorsi?

«Rifarei tutto uguale. Non è sempre stata una favola, ma adesso sì. A 12 anni non capisci tutti i sacrifici a cui vai incontro e va bene così perché ci vuole ingenuità. Ho rinunciato alle uscite con le amiche, alla vicinanza della mia famiglia (che vive in Puglia, ndr).

Ma se insegui un sogno, tutte le fatiche acquistano un senso».

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