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"Italia, troppe tasse" Redditi maglia nera tra i Paesi dell'Ocse

Nella classifica 2008, a parità di potere d’acquisto, il nostro Paese occupa il 23esimo posto sui 30 paesi, con un salario medio netto annuo che ammonta a 14.700 euro. A pesare è anche il cuneo fiscale

"Italia, troppe tasse" 
Redditi maglia nera 
tra i Paesi dell'Ocse

Gli stipendi italiani sono il fanalino di coda dei paesi industrializzati. «Dalla classifica 2008 relativa agli stipendi percepiti dai cittadini appartenenti alle economie che fanno parte dell'Ocse emerge che, a parità di potere d'acquisto, l'Italia occupa il ventitreesimo posto sui trenta paesi monitorati, con un salario medio netto annuo che ammonta a 21.374 dollari, pari a poco più di 14.700 euro». È quanto si legge nel Rapporto Eurispes Italia 2010. «Tra i paesi con il maggior salario medio netto annuo per un lavoratore senza carichi familiari si collocano tra i primi dieci: Corea del Sud (39.931 dollari), Regno Unito (38.147), Svizzera (36.063), Lussemburgo (36.035), Giappone (34.445), Norvegia (33.413), Australia (31.762), Irlanda (31.337), Paesi Bassi (30.796) e Usa (30.774) -continua l'Eurispes- Il nostro Paese con 21.374 dollari occupa invece la ventitreesima posizione, collocandosi dopo quegli altri paesi europei con retribuzioni nette annue che si aggirano in media intorno ai 25.000 dollari, tra i quali: Germania (29.570), Francia (26.010), Spagna (24.632), e superando invece solo: Portogallo (19.150), Repubblica Ceca (14.540), Turchia (13.849), Polonia (13.010), Slovacchia (11.716), Ungheria (10.332) e Messico (9.716)». «La distanza dell'Italia dal vertice della classifica è considerevole, essendo la differenza tra i salari piuttosto elevata: i dipendenti italiani percepiscono infatti uno stipendio annuo netto inferiore di 18.557 dollari rispetto ai coreani, 16.773 dollari in meno rispetto agli inglesi e più di 14.600 dollari rispetto a svizzeri e lussemburghesi. Abissi ci separano anche da Norvegia, Irlanda, Paesi Bassi, Germania, Austria, Svezia, Grecia, Belgio e Francia (i cui cittadini possono godere di salari che sono più alti di quelli italiani per una quota che va dai 12.000 ai 4.600 dollari annui)», continua il Rapporto Eurispes. «Volendo fare un paragone con gli altri cittadini europei, il lavoratore italiano percepisce un compenso salariale che è inferiore del 44% rispetto al dipendente inglese, guadagna il 32% in meno di quello irlandese, il 28% in meno di un tedesco, il 19% in meno di un greco, il 18% in meno del cittadino francese e il 14% in meno di quello spagnolo.I lavoratori italiani incassano dunque ogni anno retribuzioni medie tra le più basse dei paesi industrializzati, mediamente il 17% in meno della media Ocse, il cui valore è pari a 25.739 dollari. Se invece come termine di paragone viene assunta l'Europa a 15 (27.793 dollari annui di media), lo stipendio italiano è inferiore del 23% o nell'Europa a 19 (mediamente 24.552 dollari annui), il compenso medio annuo del lavoratore italiano è minore del 13%», continua l'Eurispes. «Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro: nel corso dell'ultimo ventennio il valore degli stipendi degli italiani sarebbe diminuito di quasi il 13% rispetto al Pil, contro una flessione media pari all'8% nelle 19 economie più avanzate. Mettendo a confronto anche la parità del potere d'acquisto, il decremento delle retribuzioni italiane ammonterebbe, secondo l'agenzia delle Nazioni Unite, al 16%, il calo più forte registrato tra i primi 11 paesi più industrializzati, superiore anche alla Spagna (-14,5%)», rileva l'Eurispes.

«Il cosiddetto cuneo fiscale (la differenza tra il costo del lavoro per l'impresa e la retribuzione netta percepita dal lavoratore medio) pesa negativamente sulle buste paga degli italiani, come evidenziato all'interno della classifica del Rapporto Ocse Taxing Wages 2007-2008 -continua l'Eurispes- In questa classifica, assumendo come parametro un lavoratore dal salario medio single e senza figli, il peso del cuneo fiscale è pari al 46,5% (lo 0,25% in più rispetto al 2007 e l'1,1% in più rispetto al 2005), che determina la sesta posizione del nostro Paese tra i 30 paesi Ocse presi in esame».

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