Parigi brucia

Roma, la mappa dei luoghi a rischio

Cellule dormienti attendono solo un segnale. Ci hanno invaso lentamente e non ce ne siamo neanche resi conto

Roma, la mappa dei luoghi a rischio

L’Isis ha attuato la sua Jihad seminando terrore e morte a Parigi. Quello che più si era temuto e ipotizzato ha preso forma e concretezza in quei 150 morti ammazzati a sangue freddo. Immediato l’innalzamento dei livelli di sicurezza su tutto il territorio nazionale. In Italia soprattutto nelle città principali come Milano, Napoli e Roma sono stati subito sottoposti a sorveglianza h24 i siti considerati a rischio: ambasciate, consolati, istituti di cultura straniera occidentale (in particolare americani e francesi); sedi ministeriali, sedi strategiche classificate (infrastrutture strategiche, comunicazioni satellitari, centri di ricerca) e obiettivi simbolo come i monumenti (Colosseo, Uffizi di Firenze tanto per citarne alcuni). Si tratta di un protocollo applicato ogni qual volta l'Italia si trova a dover analizzare e constatare azioni di tipo terroristico coordinate quindi con un piano ben preciso che potrebbe toccare anche altri siti, non solo quelli inizialmente colpiti.

Ma il bersaglio principale, anche in vista dell’imminente Giubileo ora è Roma. Come annunciato dal sinistro proclama che ha accompagnato le celebrazioni dei sostenitori dell’Isis su i vari social network. E se ora l’allerta nella Capitale è alta, come confermatoci dalle Questure romane, fin da quanto tutto ebbe inizio, ovvero dal 2001, anno dell’attentato alle Torri Gemelle, il fenomeno del terrorismo islamico da noi, è stato sempre sottovalutato. L’Italia, e Roma in particolare è il luogo ideale dove cellule jihadiste hanno potuto fino ad oggi, muoversi, organizzarsi e passare inosservate.

Ci sono cellule dormienti che si possono attivare in qualsiasi luogo e momento, se sentono la chiamata di Allah. E il messaggio su Twitter dove Roma veniva minacciata apertamente di un possibile attentato sono messaggi che l’Isis lancia ai suoi seguaci. In Italia ci sono 820 luoghi di culto. Solo a Roma le moschee censite risultano trenta. Senza contare i garage e scantinati, luoghi segreti d’incontro di cui ne risulterebbero almeno cento. Ci hanno invaso lentamente e non ce ne siamo neanche accorti. Ogni giorno, qui nella Capitale, e non solo nascono, crescono e proliferano moschee. Lo Stato italiano purtroppo con certe realtà non è mai stato così duro come avrebbe dovuto.

E se è vero che contro gli attacchi terroristici a sorpresa si può fare poco e niente, di certo il numero irrisorio degli agenti a disposizione per controllare e prevenire il rischio di attentati non fa che peggiorare la situazione. La Santa Sede, i musei vaticani e le chiese che già si preparano ad accogliere i pellegrini in arrivo da tutto il mondo hanno già elevato le loro misure di sicurezza . Anche le basiliche di San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore, San Lorenzo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano fuori le Mura, nonché il Santuario del Divino Amore e la chiesa di Santo Spirito in Sassia.

Inoltre, possibili obiettivi dei terroristi sono le sinagoghe, non solo in centro storico ma anche in periferia, le scuole ebraiche, i musei, l’ambasciata israeliana e il Ghetto, sorvegliato da una pattuglia fissa unicamente a ridosso del lungotevere. Religioni e culti, tutti nella lista nera dei nemici: impossibile escludere dal pericolo attentato anche le moschee, dove i combattenti Isis punterebbero ai miscredenti in preghiera. Le forze dell’ordine impegnate sono già al lavoro e stanno effettuando minuziosi e serrati controlli e bonifiche attorno ai luoghi in allerta. Monitorati, naturalmente, i punti di riunione dei turisti come Trinità dei Monti, l’Esquilino, ma anche i luoghi d’arte, i musei affollati, i cinema, i teatri, gli stadi e i centri commerciali, le metropolitane e soprattutto la Stazione Termini, crocevia del trasporto pubblico e di migliaia di pendolari ogni giorno. Una guerra silenziosa è iniziata, e a Roma impossibile non annusarne la paura, il terrore. Questi fanatici, vigliacchi non si sa come e quando colpiranno. Al momento non resta che aspettare e per chi vuole, pregare.

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