«Un conto è essere indignati e protestare soltanto, un conto è rendersi coscienti dei problemi e volerli affrontare in modo costruttivo». Lo ha dichiarato ieri a Genova il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in occasione della presentazione del progetto educativo diocesano «Che cosa cercate?», riferendosi alle difficoltà incontrate dai giovani nel mondo del lavoro. La politica, ha aggiunto, «ha il compito di aiutare i diversi soggetti del corpo sociale a fare il proprio lavoro con responsabilità anche educativa». La mancanza di lavoro, ha proseguito larcivescovo di Genova, «è una difficoltà di carattere sociale ed economico che investe tutto il mondo. Leducazione non mira a risolvere questo problema, ma a costruire una mentalità, un modo di sentire, pensare e quindi agire che aiuti gli adulti di domani ad affrontare le difficoltà della vita». Dunque, ha proseguito presentando il Piano Pastorale 2011-2012, se luomo «è in grado di affrontare le difficoltà con animo responsabile e forza interiore, le cose cambiano». Una parte importante del discorso è stata dedicata ai ragazzi che « specie adolescenti ma non solo, guardano agli adulti, anche oltre la propria famiglia, che è il primo riferimento fondamentale, con occhio esigente, critico ma anche di attesa, per sapere qual è la strada della vita», ha affermato il cardinale.
Il percorso diocesano culminerà nella Convocazione degli adolescenti, domenica 22 aprile 2012, al centro della quale ci sarà lincontro con il cardinale, al quale i ragazzi presenteranno la propria carta educativa «Voglio crescere, quindi mi impegno».
Partendo dalla considerazione che proprio gli adolescenti guardano agli adulti come punti di riferimento, «come Diocesi - ha spiegato il cardinale Bagnasco - abbiamo fatto la scelta di cominciare a declinare gli orientamenti pastorali dei vescovi, che sono sulleducazione in generale, mettendo lattenzione sugli adolescenti, su questa fascia di età, particolarmente delicata per le turbolenze che tutti conosciamo, ma che, proprio per questo, richiede ancora più attenzione da parte degli adulti. La Chiesa, la comunità cristiana, secondo la sua tradizione e il suo patrimonio di metodo e di valori, convoca i ragazzi di questa età - ha concluso il porporato - per ascoltarli, dialogare con loro, per fare delle proposte insieme a loro».
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