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L’energia verde è inutile. La prova? L’effetto serra ora è a livelli record

di Qualche settimana fa ho avuto il piacere di ascoltare una dotta relazione del prof. Vincenzino Caramelli, illustre economista all’università di Torino, detentore della stessa cattedra che fu di Luigi Einaudi. Spiegava come variazioni anche minuscole sul costo dell’energia hanno conseguenze macroscopiche, a volte anche dirompenti.
Orbene, io credo che l’attuale crisi - se crisi è - abbia le sue radici nel più grande scandalo scientifico degli ultimi 20 anni: l’influenza dell’uomo sul clima. Una menzogna sesquipedale ripetutaci fino alla nausea anche ieri, col comunicato della Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), secondo cui sarebbe stato registrato un nuovo record della concentrazione atmosferica di CO2, «mai così alto ieri come negli ultimi 300 anni». E mai così alto nell’ultimo secolo come negli ultimi 10.000/100.000/900.000 anni (mentitori diversi diranno intervalli temporali diversi). L’unica che mi sento di sottoscrivere è che le emissioni umane di CO2 siano oggi superiori a quelle di 10 anni fa. Il che ci suggerisce una domanda banale. Visto che nell’ultimo decennio state approntate politiche energetiche dirette a ridurre le emissioni, e visto che a dispetto dei titanici sforzi economici, le emissioni non si sono ridotte, perché non ricominciamo daccapo?
Cerchiamo di riassumere. Il mondo ha approvato il protocollo di Kyoto. L’Europa ha approvato il pacchetto 20-20-20, in un momento in cui il nostro Mario Monti era Commissario della Ue. Protocollo e pacchetto hanno fallito: non una molecola di CO2 in meno in atmosfera, anzi molte di più. Ma la quantità di denaro prelevata dalle nostre tasche per omaggiare protocollo e pacchetto non ve la immaginate neanche. Per esempio, negli ultimi tre anni l’Italia ha impegnato nel fotovoltaico 70 miliardi e altrettanti nell’eolico. Entrambe le tecnologie sono una frode colossale. Nessuna considerazione razionale le avrebbe mai promosse: si sono dovuti inventare la necessità di ridurre le emissioni. La produzione elettrica da fotovoltaico incide, se è vero, sull’1% dei consumi elettrici (tanto per confronto: con 70 miliardi si sarebbero istallati tanti impianti a carbone da soddisfare il 100% dei consumi, o tanti impianti nucleari da soddisfarne il 50%).
Posto che l’Italia si è ridotta in braghe di tela (il costo del kWh elettrico oltre il 40% della media europea), chi ne ha tratto vantaggio? Sicuramente i mercanti di pannelli. Ma soprattutto le banche. Gli impianti costano, come detto, un occhio della testa e chi li ha installati si è fatto dare il denaro dalle banche. Il cui mestiere è vendere denaro: se lo riprendono, doppio, in 20 anni. Come? Grazie alla legge truffa di Prodi e Pecoraro Scanio del Conto energia, che remunera il kWh prodotto col fotovoltaico per ben 6 volte la quotazione dello stesso alla Borsa elettrica. Da dove viene quel denaro? Dalle nostre tasche, tramite la bolletta elettrica. Il meccanismo è meraviglioso: denaro viene trasferito per legge dalle nostre tasche alle banche che hanno anticipato il denaro ai mercanti di pannelli. Il costo dell’energia elettrica sale e la disoccupazione pure. In Spagna, dove ci sono più pannelli fotovoltaici e torri eoliche che da noi, hanno la disoccupazione al 20%. Eppure, avevano promesso, queste tecnologie, di creare occupazione. Oltre che, naturalmente, ridurre le emissioni. Queste non si sono ridotte, e uno studio del Dipartimento di economia dell’Università di Madrid ci informa che per ogni posto di lavoro creato nel settore della green-economy se ne sono distrutti due in altri settori. Ogni volta che vedrete impianti fotovoltaici ed eolici, saprete perché ci dicono che bisogna aumentare l’Iva, rimettere l’Ici sulla prima casa e introdurre una patrimoniale.

Fra i privilegi da tagliare in Italia ci sono senz’altro quelli creati a vantaggio dei signori del fotovoltaico e delle banche dalla legge truffa del Conto energia.

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