Cronache

Da leggenda a realtà: catturato in Corsica il mitico "gatto-volpe"

La sua esistenza sull'isola è nota da sempre Ma solo ora individuati i primi esemplari

Da leggenda a realtà: catturato in Corsica il mitico "gatto-volpe"

A prima vista potrebbe sembrare un grosso gatto domestico. Più lungo e pesante, rispetto alla maggior parte delle razze conosciute, e con i denti canini decisamente più sviluppati. Invece questo felino con i mici normalmente presenti nelle nostre case non c'entra assolutamente nulla. Perché il suo Dna è differente. Ecco perché un gruppo di ricercatori francesi è convinto di aver scoperto una nuova razza di gatto selvatico. L'animale è stato individuato sulle montagne della Corsica dopo una lunga ricerca, cominciata nel 2008. Ma la sua presenza, nonostante sia stata ufficialmente provata per la prima volta soltanto adesso, sull'isola è nota praticamente da sempre. I pastori considerano questo animale parte integrante della storia del territorio, tanto da averlo battezzato «ghjattu-volpe». Cioè, gatto volpe. Il perché di questo nome sta tutto nelle caratteristiche di questo felino, più vicino - dal punto di vista genetico - al gatto selvatico africano che a quello europeo. Ma allo stesso tempo affine a una piccola volpe, soprattutto a causa delle dimensioni.

Il suo aspetto esteriore è simile a quella di un grosso gatto tigrato: è lungo circa 90 centimetri, ha denti molto affilati e orecchie più grandi rispetto ai suoi simili. Inoltre il pelo è molto fitto e di colore grigio-bruno con sfumature rossastre, ed è resistente all'attacco dei parassiti. Ma non finisce qui, perché il gatto volpe presenta anche baffi corti, striature sulle zampe anteriori, cosce e zampe posteriori più scure e una pancia dal caratteristico colore marrone ruggine. Per questo assomiglia moltissimo a un gatto, ma ricorda anche una volpe. Sembra, insomma, un mix perfetto fra i due animali. E proprio per questo in Corsica è diventato una sorta di mito, protagonista di racconti tramandati di generazione in generazione.

«Questo animale appartiene alla mitologia dei nostri pastori. Ci hanno raccontato che si attaccherebbe alle mammelle delle capre e delle pecore lasciando loro graffi evidenti spiega Carlu-Antone Cecchini, responsabile della missione «gatto forestale» dell'Ufficio nazionale della caccia e della fauna selvatica -. Da queste storie, tramandate di generazione in generazione, abbiamo iniziato la nostra ricerca». Per individuare, e catturare, i primi esemplari ci sono voluti più di dieci anni. Nel 2008 è stato, infatti, lanciato un programma di ricerca e nel 2012 gli studiosi sono riusciti capire che il patrimonio genetico di questo felino è diverso da quello del gatto selvatico europeo, mentre è più simile a quello africano. Solo nel 2016, grazie a una serie di trappole fotografiche piazzate nelle foreste dell'isola, è stato possibile mostrare le prime immagini del felino. Oggi, 11 anni dopo, sono stati catturati i primi 12 esemplari. «In un territorio di circa 25mila ettari abbiamo individuato 16 felini. Ciò di cui siamo sicuri è che non sono gatti domestici o gatti selvatici europei. Ne siamo assolutamente certi, perché le caratteristiche del Dna sono differenti», conferma Pierre Benedetti, dell'Oncfs. Adesso i ricercatori potranno studiare e classificare questi animali in modo più approfondito. Anche perché sono ancora tanti i misteri sui quali è necessario fare luce. Gli studiosi vogliono capire in che modo questi animali si riproducono e di cosa si nutrono. Inoltre vogliono ricostruire il loro arrivo in Corsica. «Potrebbeto essere giunti fin qui ai tempi della seconda colonizzazione umana, risalente all'incirca al 6500 A.C. Se questa ipotesi fosse confermata, l'origine di questo felino sarebbe sicuramente mediorientale», conclude Benedetti. Ma c'è anche un altro obiettivo molto importante: riuscire, entro i prossimi anni, a fare in modo che questo gatto così mitico e speciale sia ufficialmente riconosciuto come nuova specie.

E protetto.

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