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Leggi antiterrorismo, d’accordo 8 italiani su 10

I più ampi consensi alle espulsioni più facili (75%) e al fermo di polizia portato da 12 a 24 ore (81%)

Francesco Cramer

da Milano

Raro vedere in Parlamento un sostanziale «sì» bipartisan alle misure proposte dal ministro dell’Interno Pisanu, fatta eccezione per i soliti «niet» di Rifondazione comunista e Pdci. Ma questa volta il Palazzo sembra essere in piena sintonia col Paese. Quello stesso Paese, formato da più di 58 milioni di cittadini, che sa benissimo di essere sotto la minaccia del terrorismo islamico; che trema al pensiero che le immagini di Atocha o della City potrebbero un giorno essere girate nelle nostre città; che sente il bisogno, decisamente insolito, di superare gli odi di partito per far fronte comune e sostenere misure adatte a difenderci; che s’informa, s’interroga, si sbilancia e in un coro quasi unanime afferma che no, non bisogna abbassare la guardia, anzi.
L’estremismo islamico non ci ha preso di mira da ieri. Ma il pericolo, oggi, è più visibile, più palpabile. Gli italiani trepidano ma non vacillano. Ce lo dice un sondaggio eseguito dall’istituto Piepoli, per conto del Giornale. Un campione rappresentativo dell’intera popolazione s’è espresso senza esitazione sul cosiddetto pacchetto Pisanu. Otto italiani su dieci si dicono d’accordo ad adottare misure speciali per far fronte all’emergenza terrorismo. Sommando chi s’è dichiarato «Molto favorevole» (34%) e chi «Abbastanza favorevole», (46%) si raggiunge il dato complessivo dell’80%. I «Poco favorevoli» sono soltanto il 9% degli italiani, i «Per nulla favorevoli» il 4%. Per un totale del 13%. Pochi i senza opinione (7%). Anche perché la stragrande maggioranza dei cittadini (74% contro il 26%), in questi giorni ha sentito parlare ed è informata del dibattito politico in corso sugli strumenti allo studio per affrontare il terrorismo islamico in modo più efficace. Si diceva che l’80% degli italiani condivide le proposte del governo. Di questi, l’87% sono orientati a votare Casa delle Libertà alle prossime elezioni politiche mentre - dato politicamente ben più rilevante - ben il 74% tra i «molto» e gli «abbastanza» d’accordo confidano di voler dare la loro preferenza al centrosinistra. Anche tra gli elettori dell’Unione, quindi, fa breccia la linea della fermezza «senza se e senza ma».
Curioso notare le differenti posizioni sulle singole proposte del Viminale. Il sondaggio snocciola una per una le soluzioni in campo. Quattro i capisaldi della bozza Pisanu. Il primo punto riguarda la possibilità di rendere le espulsioni più rapide per i cittadini stranieri. Alti i consensi: il 75% è d’accordo (divisi tra molto, 34%, e abbastanza, 41%). Poco convinti 16%, per nulla soltanto 6%. La misura che strappa maggiori consensi è quella che prevede un fermo di polizia più lungo, portandolo dalle 12 ore attuali alle 24. Sebbene si tratti di una materia delicata perché limita di fatto la libertà della persona, gli italiani non hanno dubbi: per l’81% è una disposizione necessaria, per il 17% è poco o per nulla doverosa, il 2% è senza opinione. Sempre favorevoli, ma con meno entusiasmo, gli italiani che dicono sì alla possibilità di maggiori controlli su e-mail e telefonate: 65% (abbastanza, 39% e molto 26%) sono d’accordo, poco o per nulla d’accordo il 33%. Il fisiologico 2% non si esprime. Quarta e ultima norma allo studio del governo: l’eventualità di concedere protezione e permesso di soggiorno a quei cittadini stranieri che collaborano con gli inquirenti che si occupano di terrorismo. Per questa soluzione chi si dice molto o abbastanza d’accordo sfiora il 61%, chi lo è poco o per nulla tocca il 37%.
Alzare la guardia è diventata la parola d’ordine, da destra a sinistra e non solo da noi. Eclatanti i dati che provengono da Londra. Di certo sull’onda della choc che li ha colpiti, gli inglesi si sono espressi subito per un giro di vite nei confronti del terrorismo. Ben l’89% dei britannici chiede ora a gran voce controlli capillari in stazioni e aeroporti; l’88% un freno all’immigrazione, l’86% maggiori poteri alla polizia.

L’Occidente è in guerra.

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