Controcultura

Lerner, Italia. Fra emiri e periferie

Gad Lerner torna in Rai con "Islam, Italia" venticinque anni dopo "Milano, Italia". In un quarto di secolo il Paese è cambiato molto, sembra addirittura irriconoscibile rispetto ad allora

Lerner, Italia. Fra emiri e periferie

Mi sono ripromesso di non affrontare mai l'argomento Islam: troppo complesso, difficile da interpretare, questione su cui le opinioni spesso sono il risultato di poca informazione, di fanatismo, di pregiudizi o, peggio, di un atteggiamento lassista, addirittura rassegnato. Non è dunque così centrale nel discorso esprimere il proprio pensiero, ma tentare un'analisi ad ampio raggio, tenendo conto di diverse ipotesi. Eppure far finta che il tema non esista è irresponsabile, poiché nel futuro dovremmo capire se la convivenza tra mondi lontanissimi sia davvero possibile.

Questo il senso del giornalismo d'inchiesta. O almeno di ciò che dovrebbe essere. Scendere nell'arena, in strada, tra la gente e non commentare comodo dallo studio televisivo con ospiti addomesticati. Affrontare visi, caratteri, rabbie, paure lasciando aperte diverse porte. Altre domande, non risposte tautologiche.

Così Gad Lerner torna in Rai con Islam, Italia venticinque anni dopo Milano, Italia. In un quarto di secolo il Paese è cambiato molto, sembra addirittura irriconoscibile rispetto ad allora, quando il tema dell'immigrazione straniera era appena accennato mentre oggi si è trasformato in fattore scatenante conflitti. Le idee politiche di Lerner, peraltro, le conosciamo e in buona parte non le condividiamo, ma ciò non ci impedisce di apprezzare chi il suo mestiere lo sa fare. Il fatto che non manifesti empatia alcuna verso il telespettatore può sembrare un ulteriore limite, invece il non essere ammiccante e fintamente simpatico lo consideriamo un bonus a suo favore, esatto contrario di troppa paraculaggine diffusa. Bisogna prestare attenzione ai contenuti dei programmi, non alla verve del conduttore.

Nella prima puntata (su sei) di Islam, Italia, in onda su Raitre intorno alle 23, Lerner si sofferma soprattutto sul rapporto estremamente contraddittorio tra la religione e il denaro. C'è da chiedersi, ad esempio, quale sia la relazione tra la classe più umile di lavoratori nella provincia italiana e le immense ricchezze del Qatar. Se intolleranza e terrorismo nascano e si sviluppino nella povertà e nell'indigenza oppure nei centri direzionali del potere dei sultanati. Il giornalista chiede, si informa cercando di scalfire il muro, peraltro gentile, di omertà e omissioni. Incalza l'interlocutore, tentando persino di interloquire con le donne in situazioni dove è vietato. Cinquanta minuti incalzanti di ottimo reportage.

Vale certo la pena di seguire anche le prossime puntate, non per appianare i nostri ben più che legittimi dubbi sulla questione Islam, ma anche solo per trovarci davanti un quadro più generale e articolato.

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