Letteratura

120 anni fa nasceva George Orwell: da 1984 alla Fattoria degli animali, i 5 migliori libri

Lo scrittore britannico è stato l’anticonformista par excellence, in grado di tracciare un solco nella storia della letteratura mondiale

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Polemista e anticonformista avverso a ogni forma di totalitarismo, sicuramente tra i più lucidi saggisti del suo tempo ma anche uno scrittore che ha tracciato un solo. George Orwell - pseudonimo di Eric Arthur Blair legato al fiume Orwel – ha acceso i riflettori sulla borghesia e sui suoi valori, sul socialismo e sulle condizioni di vita degli operai, ma anche su se stesso.

Nato esattamente 120 anni, George Orwell ha vissuto mille vite. È stato membro della polizia imperiale indiana in Birmania, ha vissuto per strada tra Parigi e Londra, ha preso parte alla guerra civile spagnola. Solo lo stop per motivi di salute gli negò la Seconda guerra mondiale. Ma è la letteratura ad aver tratto il più grande beneficio dal suo genio: lo scrittore nato a Motihari ha influenzato la cultura popolare ma anche quella politica. Del resto l’aggettivo “orwellian” è diventato di uso comune per descrivere le pratiche sociali totalitarie e autoritarie. Sfruttiamo questa ricorrenza per andare a conoscere i suoi 5 migliori libri tra romanzi e saggi.

Senza un soldo a Parigi e Londra (1933)

“Senza un soldo a Parigi e Londra” è il primo romanzo completo di George Orwell. Un memoriale diviso in due parti racconta la sua vita tra Francia e Inghilterra fatta di vari mestieri utili e soffrendo spesso la fame. Un esperimento sociale tra spietatezza e ironia per analizzare le difficoltà affrontate dalle classi più povere, un lavoro sicuramente degno di nota.

Omaggio alla Catalogna (1938)

Scritto nel 1938 al termine della sua esperienza in Spagna, “Omaggio alla Catalogna” è il personale resoconto di George Orwell della guerra civile spagnola. Il primo segnale della vocazione politica dello scrittore inglese, che mette la firma su un romanzo coinvolgente e allo stesso tempo su un saggio rigoroso. Un’opera che ha attraversato le generazioni e che è in qualche modo diventata film: Ken Loach si ispirò largamente a questo testo per il suo “Terra e libertà” del 1995, presentato a Cannes e vincitore degli European Film Awards.

Una boccata d’aria (1939)

Amato molto dallo stesso George Orwell, “Una boccata d’aria” contiene le prime tracce della vena apocalittica successiva. Scritto durante il soggiorno nel Marocco francese – scelto per il recupero dopo le ferite riportate in Spagna – il romanzo racconta la storia di un quarantacinquenne che prevede la Seconda guerra mondiale e prova a rintracciare l’idilliaca innocenza vissuta durante l’infanzia. C’è un grande pessimismo di fondo, ma non manca la consueta ironia.

La fattoria degli animali (1944)

Un capolavoro, non ci sono molte altre definizioni per “La fattoria degli animali”. Attraverso una narrazione in forma di favola – con gli animali che si ribellano ai padroni umani per compiere una rivoluzione per la libertà – George Orwell riflette con amarezza sul fallimento della rivoluzione bolscevia. Il linguaggio di questo romanzo allegorico è molto semplice e per questo ficcante. Un’opera attualissima, talmente potente da essere bandita dalla Russia.

1984 (1948)

Come “La fattoria degli animali”, anche “1984” brilla per la sua sconvolgente attualità. La tetra visione del futuro di George Orwell fino alle estreme conseguenze, fino alle tendenze totalitarie. Lo scrittore descrive un mondo in cui gli individui sono costantemente controllati dalle telecamere e dai microfoni del Grande Fratello, una specie di divinità che rende le persone schiave.

Un romanzo distopico che ha rivoluzionato la letteratura, con importanti ripercussioni su tutte le forme d’arte.

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