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Anteprime dalla Settimana del Pianeta Terra

l primo festival in Europa dedicato alle geo-scienze, con 237 eventi distribuiti su 180 località italiane

Anteprime dalla Settimana del Pianeta Terra

I cambiamenti climatici in corso sulla Terra stanno alterando paesaggi naturali ed interi ecosistemi. L’avanzare del mutamento porta con sé scenari in cui si delinea una continua e inarrestabile perdita di tesori naturali che garantiscono la sopravvivenza stessa dell’uomo, perchè strettamente collegati all’approvvigionamento di risorse. È quello che sta avvenendo sulle Alpi, una delle zone geologicamente più ricche e affascinanti del nostro Paese. Questa catena montuosa sta subendo delle variazioni geologiche sin dall’800, variazioni che secondo Silvio Seno, geologo e professore dell’Università di Pavia, “potrebbero addirittura portare alla totale scomparsa dei ghiacciai in queste aree entro il 2100”.

Portare all’attenzione dei cittadini questi fenomeni, informare e sensibilizzare rispetto al paesaggio italiano e ai suoi tesori, è uno degli obiettivi della Settimana del Pianeta Terra, manifestazione che si terrà dal 18 al 25 ottobre che prevede numerosi incontri, eventi e visite. Saranno più di 600 ricercatori, 320 partner tra enti di ricerca, Università, musei e associazioni scientifiche a guidarci attraverso il primo festival in Europa dedicato alle geo-scienze, con 237 eventi distribuiti su 180 località italiane. È in occasione di questo evento che professori, ricercatori ed esperti forniscono un quadro esaustivo, seppur allarmante, dello stato di salute di uno dei ghiacciai più importanti dello Alpi: quello del Belvedere, facilmente osservabile dal versante est del Monte Rosa.

Fonte di approvvigionamento idrico per l’agricoltura, ma soprattutto per fiumi e laghi (dal Po al Ticino, dal lago di Verbano al fiume Toce), il ghiacciaio del Belvedere è un museo a cielo aperto che, insieme alla sua preziosa acqua dolce, ci restituisce i segni e le tappe della storia naturale di questi luoghi. Questo, come tutti i ghiacciai, è un organismo vivente, che risente fortemente dei cambiamenti climatici in corso sullaTerra. Il professore di geomorfologia dell’Università di Pavia Roberto Seppi spiega che “la temperatura media della Terra, secondo uno studio condotto dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dalla fine dell’800 a oggi è aumentata di 0,88° C”. Sembra un aumento piuttosto esiguo, ma “i ghiacciai - continua Seppi - sono particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici, ragione per cui sulle Alpi la massa glaciale ha cominciato a ritirarsi a una velocità di circa 3 cm al giorno, causando la perdita di oltre il 60% della sua massa”. Gli effetti sono tra l’altro ben visibili: alle falde del Belvedere, a oltre 2000 metri, fino al 2002 si stagliava un muro di ghiaccio alto circa 20 metri. Questa parete ha ormai lasciato posto a una valle di detriti rocciosi, al di sotto della quale una parte del ghiacciaio resiste ancora, nonostante si stia spostando sempre più a valle. Altra dimostrazione della ritrazione del Belvedere, è stata la formazione, nel 2003, del Lago Effimero, unico fenomeno simile registratosi in Italia. Il lago, costituitosi in una conca adiacente la parete del ghiacciaio a causa dello scioglimento dello stesso, minacciò per anni Macugnaga e il resto della valle sottostante; il suo straripamento avrebbe causato danni inimmaginabili a cose e persone, ma alla fine fortunatamente si risolse in modo naturale, svuotandosi gradualmente attraverso le falde sottostanti.

I dati e le stime forniteci da questi studiosi e ricercatori, la maggior parte dei quali, in assenza di un appoggio concreto da parte dell’Amministrazione locale, operano mossi dall’amore per la montagna e i suoi tesori, ci dicono quanto finora ha causato l’uomo con l’emissione nell’atmosfera di combustibili fossili che, se liberati in maniera così massiccia, causano fenomeni che potrebbero portare al ritiro totale dei ghiacciai. Questo causerebbe danni ingenti all’economia, all’agricoltura, all’assetto geomorfologico di tutto il territorio, all’approvvigionamento idrico, perfino al turismo, che risentirebbe della mancanza di queste attrattive naturalistiche che da sempre sono il punto di forza delle Regioni alpine.

“L’effetto serra - spiega il prof. Seppi - è un fenomeno naturale che permette al pianeta di mantenere la sua temperatura sulla crosta terrestre costante. I cambiamenti climatici causati dall’uomo - conclude Seppi - ne stanno però vertiginosamente accelerando gli effetti negativi”.

Quello che si sta depauperando è un immenso e sorprendente patrimonio naturalistico, che permette di nutrirci, dissetarci e stupirci delle sue bellezze.

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