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Sesso: non parlarne coi figli genera confusione

Si dovrebbe parlare di sesso coi figli, altrimenti possono generarsi lacune di lungo corso: ecco che cosa dicono i dati delle ricerche sul campo

Sesso: non parlarne coi figli genera confusione

Quando è giusto parlare di sesso ai figli? Come se ne dovrebbe parlare?

È un nodo importantissimo ed è fondamentale che le prime informazioni avvengano tra genitori e figli, anche se per alcuni questo rappresenta ancora un tabù. Altrimenti, la confusione potrebbe essere tanta, come in effetti mostrano i dati raccolti.

Immediapress fornisce un quadro della situazione, spiegando che un recente studio attesta come il 78% degli adolescenti italiani intervistati non si sente a proprio agio a parlare in famiglia di questo argomento e oltre il 50% non ha mai parlato di contraccezione e malattie sessualmente trasmissibili con i propri genitori. In questo modo però i giovani del Belpaese rischiano grande confusione, che si può protrarre nel tempo.

Lo studio più importante sul tema è lo Studio Nazionale Fertilità, terminato nell'ottobre del 2018 e promosso dal Ministero della Salute. Secondo la ricerca, gran parte dei giovani italiani hanno fatto sesso la prima volta tra i 17 e i 20 anni, ma ci sono molte eccezioni - tra cui un 2% che ha avuto il primo rapporto prima dei 14 anni. Come su molti altri argomenti, c’è un grosso divario tra Nord e Sud: a Nord si parla di educazione sessuale nelle scuole, mentre a Sud ci sono meno possibilità di incontri dedicati.

Intanto il 10% dei giovani sessualmente attivi non prende precauzioni anticoncezionali, ma stanno aumentando comunque i ragazzi che scelgono il preservativo - sebbene restino in tanti a ricorrere al coito interrotto o al metodo Ogino Knaus. Solo il profilattico però tutela, oltre che da gravidanze indesiderate, dalle malattie sessualmente trasmissibili.

Gli adolescenti più informati sono quelli con fratelli o sorelle più grandi - e nel 95% usano anticoncezionali, soprattutto preservativo e pillola. Tuttavia il 10% ritiene che il coito interrotto basti a non contrarre malattie. E intanto moltissimi hanno forti lacune su Hiv e Aids.

L’altro dato allarmante è che solo un terzo delle femmine è andata dal ginecologo almeno una volta nella vita, a fronte del 12% dei maschi.

Una delle cause è la mancata informazione da parte dei medici (tra cui un 20% di medici di famiglia che non partecipa a eventi formativi ad hoc), che, protratta nel tempo si traduce in mancata informazione riguardo alla fertilità - magari quando una coppia decide di avere un figlio.

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