Cronache

Dopo l'impatto con lo scoglio Schettino telefonò alla Costa: "Ho fatto un guaio, è vero..."

Nella telefonata alla Costa Schettino avrebbe ammesso di essersi spinto troppo sotto costa e richiesto l’intervento di un rimorchiatore

Dopo l'impatto con lo scoglio Schettino telefonò alla Costa: "Ho fatto un guaio, è vero..."

"C’è stato un contatto con il fondale. Ho fatto un guaio". Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia che venerdì scorso si è incagliata al largo dell'Isola del Giglio, risponde alle accuse che gli vengono rivolte e alle nuove ipotesi formulate oggi dalla procura, che parlano della possibilità di una "gara di abilità" ingaggiata dall'uomo al timone della nave da crociera, finita in tragedia. Adesso spunta una telefonata alla Costa Crociere fatta dal capitano subito dopo l'impatto: "Ho fatto un guaio, sono passato sotto al Giglio, abbiamo dato un urto e ti informo di tutto dicendo la verità".

Sono stati diversi i colloqui al telefono tra Schettino e l’unità di crisi. Il comandante ha avvertito la società di quanto accaduto. Nel corso dei colloqui Schettino ha dapprima richiesto l’intervento di un rimorchiatore e successivamente ha sollecitato l’intervento di un elicottero per portare via le persone dalla nave. A quanto pare il comandante avrebbe ammesso di essersi spinto troppo sotto costa, arrivando a ridosso dell’Isola del Giglio. Se tutte queste conversazioni telefoniche sono avvenute all’interno della plancia di comando della Costa Concordia, allora ci sarà traccia nella cosiddetta scatola nera della nave, recuperata e in mano agli investigatori, in attesa di essere letta. All’interno della plancia di comando c’è infatti come una sorta di grossa "cimice", in grado di registrare ogni comunicazione, oltre che altro tipo di indicazioni relative alla rotta e ai comandi. Nel verbale sarebbe inoltre inserito il particolare che al momento dell’ordine di abbandonare la nave, passeggeri ed equipaggio erano tutti nei punti di raccolta prestabiliti.

Il primo punto sul quale il legale dell'uomo, Bruno Leporatti, ci tiene a fare chiarezza, è la comunicazione tra la nave e terra. "Il comandante Schettino ha avvertito subito la compagnia Costa del problema alla nave Costa Concordia", sottolinea l'avvocato, che in questo modo specifica che Schettino fece il suo dovere di ufficiale. Leporatto ha anche confermato l'intenzione di fare ricorso al Tribunale del Riesame contro il provvedimento che ha messo il comandante agli arresti domiciliari. Il tribunale dovrà decidere in merito in un massimo di dieci giorni dalla presentazione della richiesta. La mossa della difesa di Schettino contrasta nettamente con quella della Procura di Grosseto, che vorrebbe il ripristino della custodia cautelare per il comandante della Concordia, per evitare - come più volte ripetuto - il rischio di una fuga o dell'inquinamento delle prove.

Schettino, davanti al giudice delle indagini preliminari, si è difeso anche in merito alle accuse rivoltegli sulla presenza a bordo di Domnica Cemortan (Guarda Foto e Video), la venticinquenne moldava che, secondo alcuni, non risulterebbe neppure negli elenchi dei passeggeri. Secondo il comandante l'hostess non sarebbe stata in plancia. Antonello Tievoli, il maitre della Concordia, a cui si diceva fosse stato "dedicato" l'inchino, ha inoltre negato la cosa, facendo presente anche di non avere visto la Cemortan sul ponte di comando della nave. La ragazza moldava, parlando all'Afp, si è detta "pronta a testimoniare di fronte agli inquirenti, perchè l'inchiesta sia obiettiva" e ha anche dichiarato di non essere stata contattata dagli inquirenti nè dalla Costa, dato confermato anche dal governo moldavo, che non avrebbe avuto contatti con l'Italia.

In ultimo le accuse secondo le quali il capitano sarebbe stato visto bere la notte del naufragio. La difesa di Schettino ha negato anche questa accusa, sottolineando che la cena a cui il comandante ha partecipato si è tenuta "un ora e mezza prima dell'incidente" e che "anche un comandante mangia" e negando il consumo di alcolici. Insomma, il comandante della Concordia si difende su tutti i fronti, pronto però a rispondere di quanto gli viene contestato: "Se ho fatto un errore, sono pronto ad assumermene la responsabilità.

Ma prima è bene che siano individuati questi aspetti, questi errori, verifichiamoli e poi tutti possiamo valutare".

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