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L'Inter pareggia a Trebisonda e passa il turno

I nerazzurri, primi nel girone B dopo l'1-1 sul campo del Trabzonspor, passano agli ottavi di finale. Ma restano i soliti problemi. Pasticci in difesa e in attacco Zarate non punge

L'Inter pareggia a Trebisonda e passa il turno

É bastato un gol di Ricky mezza Mara­villa per­spedire l’Inter agli ottavi di Cham­pions league: due buone notizie in un col­po solo. Come direbbe Ranieri: il vento è cambiato. Di certo è cambiato in Europa: il Trabzonspor provocò lo choc a Milano, e ieri sera i turchi hanno fatto timbrare ai ne­razzurri il passaggio del turno. Il calcio prende e restituisce. A modo suo distribui­sce giustizia.

L’Inter non poteva chiedere di meglio per giocare una partita a cuor leggero. Arit­meticamente qualificata prima ancora di iniziare, grazie al successo del Lille contro il Cksa: bastava aggiungere la ciliegina. Un pareggio avrebbe concesso la certezza del primo posto in classifica. É così è stato.L’Inter ha pro­vato anche a vincere, ma sono tempi duri. Fa e disfa. Poteva perfino perdere. Nel frattempo Ranieri ha dimostrato con la forma­zione messa in campo di avertrovatoqualcherispo­sta, dopo la partita con il Cagliari.La conferma di Al­varez, la messa a riposo del tartarugone Thiago Mot­ta, l’idea di riproporre due attaccanti veloci e batta­glierisullefasceeCambias­so posizionato davanti al­la difesa: Milito punta uni­ca, similPazzininelsecon­do tempo di San Siro. Tutti avvertimenti ai naviganti. L’Inter ha bisogno di velo­cità e di giocar un po’ me­no spavalda in avanti. Non è detto che con una punta unicanonsivincanolepar­tit­e o si faccia più fatica a se­gnar gol. Basta essere ben equilibrati.

I turchi dovevano attac­care e far pesare forza fisi­ca e prepotenza atletica. L’Inter ha subito un po’ al­l’ini­zio poi ha preso le con­tromisure. Cnetrocampo sempre un po’ affannato, difesa ad alti e bassi. Ma, con il passare dei minuti è lievita­to il buon giocare di Ricky Alvarez, che ha cominciato ad onorare quel soprannome “Maravilla“ finora eccessivo. Evidente­mente le tante panchine, e le altrettante partite viste dalla tribuna, devono averlo convinto che in Italia bisogna giocare in modo diverso. Ed, infatti, Alvarez si è mos­so con intelligenza e attenzione sulla fa­scia, ha usato il sinistro per spolverare pal­loni, si è infilato negli spazi senza perder tempo e con altrettanta vivacità è andato a difendere palloni e ad attaccare avversari. Tutto quanto voleva vedere Ranieri, co­munque convinto di avere in mano un gio­catore di qualità.

L’Inter ha provato a lavorare con buon piglio sulle fasce laterali e ne ha ottenuto subito risultato: uno scambio da libro del calcio, fra Milito e Alvarez, ha portato il mezzo Maravilla al tiro preciso, puntuale, perfetto per inaugurare la collana dei suoi gol in nerazzurro: primo della serie che va­le il buon ricordo. La gente nerazzurra, a quelpunto, avevalapartitadasognisulma­­terasso, senzalesolitedivagazionicheque­st’anno l’hanno cacciata nei guai. Appun­to: nemmeno dopo cinque minuti, uno schiaffo da fuori area di Altintop ha trovato la schiena di Samuel per silurare Julio Ce­sar. E la partita, vivace e distribuita fra buo­ne cose e mediocrità, ha preso l’indirizzo di un botta e risposta, poi replicato dalle conclusioni di Alanzinho e Zarate, con al­trettanta bravura dei portieri nella replica. Ecosìpurenellaripresa.Cambiassohaser­vitoun’occasionegolaZarate, disinnesca­ta dagli interventi difensivi di Tolga e Glowacki. Il Trabzonspor ha replicato con un tiro di Alanzinho e un palo colpito da Mierzeiewski, da poco entrato, grazie ad una dormita di Lucio.

Ping pong che ha reso gradevole la parti­ta, ma ha spiegato i limiti delle due squa­dre: imperfette e a carica corta.L’Inter ave­va un alibi: bastava il pari. I turchi avevano esaurito il bonus di buona stella nella parti­ta di San Siro: non a caso il solo successo nelle ultime dieci euro gare è stato quello di Milano.

In tal senso l’Inter fa miracoli, ma non chiediamole di più.

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