Politica

Loiero indagato: «I giudici dettano l’agenda politica»

Felice Manti

da Milano

«La magistratura sta dettando l’agenda politica calabrese, e questo è insostenibile». Agazio Loiero, il governatore della Calabria, ha appena saputo dell’avviso di garanzia che il sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi de Magistris, gli ha inviato. Le agenzie di stampa intanto «lanciano» la notizia del coinvolgimento del governatore nella maxi inchiesta aperta da Catanzaro sulla sanità calabrese. Il portavoce del governatore, Pantaleone Sergi, cade dalle nuvole: «A Loiero non è ancora arrivato nulla». Comincia così la lunga giornata del governatore calabrese, già alle prese con una delicata crisi politica aperta da Ds e Margherita. E sul palazzo della Regione, già scosso dalle indagini sull’omicidio del vicepresidente regionale della Margherita Francesco Fortugno, dalle inchieste per ’ndrangheta, truffe sui finanziamenti europei e voto di scambio che coinvolgono diversi consiglieri regionali, si allunga l’ombra dello scioglimento. Con esiti che si annunciano imprevedibili anche per il governo nazionale.
L’inchiesta. Secondo de Magistris Loiero avrebbe cercato «con mezzi fraudolenti» di conseguire «profitti nel settore della sanità insieme a un sodalizio criminale» composto da Francesco De Salvia e Alessandro Firpo, direttore marketing europeo della società triestina Ital Tbs, grazie ad appalti «per la fornitura e la manutenzione di apparecchiature elettromedicali per l’assistenza domiciliare integrata per la Regione Calabria» e presso le Asl di Catanzaro, Locri e Reggio Calabria. Loiero dovrà presentarsi in Procura il 15 dicembre per essere sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Solo pochi giorni fa, ricorda il governatore, «ero stato interrogato da de Magistris come persona informata sui fatti. Che cosa è cambiato in tre giorni?».
Le anticipazioni di stampa. In realtà la notizia dell’avviso di garanzia era stata annunciata ieri dal Quotidiano di Cosenza, e soprattutto da un articolo dell’Espresso in edicola oggi. Sul settimanale infatti sono anche pubblicate le trascrizioni di alcune conversazioni tra Loiero e i due personaggi intorno ai quali ruota l’inchiesta catanzarese. Secondo i tabulati «durante una cena nel giugno del 2005 Firpo e Loiero parlano dell’appalto sull’assistenza domiciliare integrata calabrese». Loiero avrebbe rassicurato il suo commensale sul buon esito della gara. Poi l’inchiesta della magistratura blocca tutto: partono 10 avvisi di garanzia, per corruzione, turbata libertà degli incanti, associazione per delinquere e truffa. L’inchiesta si allarga anche all’Asl di Locri, dove «il meccanismo fraudolento di aggiudicazione dell’appalto non si sarebbe mai concretizzato perché era stato scoperto e bloccato da Francesco Fortugno», poi ucciso a Locri nell’ottobre del 2005.
La replica. Loiero sottolinea come L’Espresso in edicola oggi fosse stato informato «almeno a inizio settimana dell’indagine sul mio conto» e che le anticipazioni di stampa escano «alla vigilia di incontri politici decisivi per il futuro della Regione». Accuse pesantissime, quelle rivolte alla magistratura in una lettera pubblicata oggi sull’Unità nella quale Loiero si dichiara assolutamente innocente: l’avviso di garanzia, scrive, doveva scattare «da tempo», non oltre un anno dopo, e soprattutto con «tutto questo liquame che aleggia attorno alla Regione».
Governo a rischio?La crisi politica in atto rischia di travolgere la Regione e il governo. Anche Rifondazione comunista minaccia infatti di uscire dalla giunta calabrese, mentre Loiero ha già detto che se dopo l’interrogatorio del 15 dicembre sarà ancora indagato si dimetterà.

Ma a tremare non è solo l’Unione calabrese: uno dei senatori dell’Unione, l’ex azzurro Pietro Fuda, eletto sotto le insegne del Partito democratico meridionale fondato da Loiero si è dichiarato «dalla parte del governatore», confermando di fatto la minaccia lanciata qualche giorno fa dal Pdm: attenti, perché potremmo rispondere alla crisi aperta dall’Ulivo calabrese sfiduciando Prodi al Senato.

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