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L'ultima pretesa della Ue: 1,4 miliardi per le quote latte

La Commissione ordina il pagamento delle multe ai produttori e minaccia sanzioni Il ministro Martina: "Ora le cartelle esattoriali". Gli allevatori: basta rivalersi su di noi

L'ultima pretesa della Ue: 1,4 miliardi per le quote latte

Nuovo round, che rischia di mandare ko l'Italia, in un braccio di ferro trentennale con l'Ue: quello delle quote latte. Ieri la Commissione europea ha inviato al nostro Paese un'ingiunzione formale, con un «parere motivato», per il recupero dai produttori di latte di quasi 1,4 miliardi di euro (per l'esattezza 1,395). Si tratta delle multe ancora da pagare per lo sforamento delle quote di produzione tra il 1995 e il 2009.

La vicenda si trascina dal 1984, anno dell'istituzione della quote. In mezzo le proteste dei Cobas del latte, i trattori a bloccare le strade, le polemiche politiche. Su un fronte le regole e la rigidità di Bruxelles, sull'altro le legittime rivendicazioni dei produttori onesti ma anche i passi falsi dei furbetti. Ora arriva il secondo livello della «bacchettata» Ue. La procedura d'infrazione aperta un anno fa contro l'Italia con la messa in mora diventa «parere motivato». Il governo ha due mesi per rispondere, poi la Commissione minaccia di fare ricorso alla Corte europea di giustizia e di imporre ulteriori sanzioni. «Le autorità italiane - accusa Bruxelles - non hanno adottato misure sufficienti per garantire che le somme dovute dai produttori responsabili siano pagate. L'incapacità dell'Italia ad assicurare il recupero effettivo di queste multe compromette gli sforzi europei per stabilizzare il mercato dei prodotti lattieri, provocando distorsioni di concorrenza con gli altri produttori europei e italiani, che hanno rispettato le quote di produzione o che hanno pagato le loro multe». L'Ue aggiunge che «queste somme dovrebbero essere versate al bilancio dell'Italia, affinché i contribuenti italiani non ne escano perdenti».

Per il governo Renzi è l'ennesimo match aperto con l'Europa. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina commenta: «La questione è stata gestita male negli anni» e assicura «massimo impegno per assicurare il recupero dei prelievi dovuti in modo di evitare penalizzazioni. Il ritardo è stato causato dai numerosi ricorsi presentati dai debitori. Le somme non recuperate ammontano a circa 1,4 miliardi, di cui 597 milioni non ancora esigibili per sospensive giurisdizionali e 795 esigibili. L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, l'Agea, procederà al più presto a consegnare alla Guardia di finanza le cartelle esattoriali da notificare». L'impegno, spiega il sottosegretario a Palazzo Chigi Sandro Gozi, sarà quello di informare la Commissione sugli «ostacoli oggettivi» nel recupero dei soldi. Le quote scompariranno da marzo 2015. Intanto Gianfranco Librandi (Sc) attacca: «Le multe le paghi la Lega». Risposta di Salvini: lo sforamento? Falso, «vaffanzum agli euroburocrati, la Lega non si arrende». La Coldiretti e la Cia ricordano invece che le pendenze sono a carico di «pochi disonesti» e che gli allevatori inadempienti sono 2mila su 36mila.

Meno conciliante Copagri: il sistema delle quote - sottolinea la confederazione - ci è costato 120 miliardi di euro di prodotti lattiero-caseari importati, essendo stati obbligati a produrre solo il 50 per cento del fabbisogno, con l'80 per cento delle stalle chiuse in vent'anni.

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