Musica

Madonna a 65 anni gioca ancora da regina. Celebra se stessa e inizia a reinventarsi

Ieri al Forum di Milano il primo dei due concerti italiani. Oltre due ore di show, diciassette cambi d'abito e quasi tutti i grandi successi, da "Like a virgin" a "Vogue" e "Hung up"

Madonna a 65 anni gioca ancora da regina. Celebra se stessa e inizia a reinventarsi

Ascolta ora: "Madonna a 65 anni gioca ancora da regina. Celebra se stessa e inizia a reinventarsi"

Madonna a 65 anni gioca ancora da regina. Celebra se stessa e inizia a reinventarsi

00:00 / 00:00
100 %

Ma allora come la mettiamo? Bollita o «still the queen», ancora la regina? Ieri sera al Forum di Milano la madre di tutte le popstar ha fatto di tutto per evitare di sembrare la nonna di quel prodigio che quasi quarant'anni fa cantava Like a virgin mettendo sottosopra il pop mondiale. Allenatissima, concentratissima, tagliente il giusto. Di certo ha 65 anni e ha mostrato per forza qualche cigolio durante i concerti di questa gigantesca tournèe che finirà da qualche parte nel mondo a fine aprile dopo 78 concerti in 15 nazioni. In fondo questa è una Celebration, proprio come si sente mentre si accendono le luci prima che Madonna in persona inizi Nothing really matters (dal disco Ray of light del 1999) e porti sul palco il proprio greatest hits. Oltre due ore divise in sei atti più i bis (Like a Virgin «mesciappata» con Billie Jean di Michael Jackson e la loro foto insieme ha indignato qualcuno, Bitch I'm Madonna e Celebration).

Ventisei brani, quasi tutti strafamosi. Da Into the groove a Holiday, da Vogue a Erotica a La Isla Bonita fino a Living for love. Quando inizia Hung up, che detto tra parentesi è uno dei suoi brani migliori di sempre, il Forum era come tutte le altre arene europee: tremava. Si è placato, un po' sorpreso e un po' commosso, quando Madonna ha tirato fuori la chitarra acustica per una versione asciutta di I will survive di Gloria Gaynor che, senza la frenesia dance, si presta bene a celebrare la rinascita della signora Louise Veronica Ciccone dopo l'infezione batterica che a fine giugno l'ha portata a due passi dalla morte. «Non pensavo di farcela e nemmeno i medici ci credevano», ha detto.

Diciassette cambi di abito, dicesi diciassette, e forse i cambi sono la parte più faticosa di un concerto kolossal su di un palco kolossal che ha Madonna al centro e non mostra alcun musicista proprio perché gli occhi devono essere soltanto su di lei, al massimo sui ballerini e sui performer o sulla scenografia e basta. In platea c'è Donatella Versace che, con Jean Paul Gaultier e Guram Gvasalia, ha firmato quasi tutti gli abiti di scena creati (o ricreati) apposta per il tour.

Sono due icone, Madonna e Versace, di un'epoca che al Forum scorre sul palco con le note e in platea con i volti di chi allora era già fan. Ma non è solo una reunion della nostalgia. Ci sono giovani al Forum, persino giovanissimi, che ballano e mandano le canzoni a memoria a dimostrazione che nel pop l'età è relativa e le canzoni riescono a superare le barriere generazionali se sono belle, se sono simboliche, se hanno lasciato un segno. Ed è per questo che a 65 anni Madonna è ancora la regina, nonostante tutto. Nonostante Lady Gaga o Beyoncé o chissà chi altre (metteteci Taylor Swift, Dua Lipa o chi volete). Molte oggi sono più «followate» o chiacchierate o instagrammate di Madonna. Ma basta vedere l'autorevolezza, forse persino malinconica, con la quale lei tiene il palco per realizzare un'altra volta che la corona è della donna che per prima quarant'anni fa ha illuminato le donne del futuro. Le altre restano ancora eredi.

E allora perché fare un tour così gigantesco a quattro anni di distanza dall'ultimo disco? Di certo per respirare ancora una volta l'euforia vitale di «sentire» il pubblico. E forse per chiudere definitivamente un ciclo. Difficile pensare che questa artista così caparbia possa continuare a replicare se stessa ancora per tanto tempo. E allora ecco questi concerti che sono una sorta di greatest hits non solo dei successi planetari ma anche della «vecchia» Madonna. Ora, volente o nolente, ci vuole un cambio di passo, di look, di attitudine. «Siete misogini, non mi sono mai scusata per le mie scelte e non comincerò adesso» ha risposto a febbraio a chi sui social ne criticava l'utilizzo spietato di chirurgia e filtri. Ma, al di là delle scaramucce, forse la migliore risposta agli sberleffi sono questi concerti che, faticosamente, confermano come su Instagram si possa cambiare chi sei, ma sul palco no.

E lei resta sul trono.

Commenti