Politica

Mafia, arrestato in Francia il superboss Falsone Latitante dal '99: nella lista dei 30 più pericolosi

Catturato a Marsiglia in un'operazione della mobile di Agrigento, di quella di Palermo e dello Sco. Si è sottoposto a plastica facciale e nega di essere il boss. Era ricercato per associazione mafiosa, omicidi e traffico internazionale di droga. Il governo: "Grande successo"

Mafia, arrestato in Francia il superboss Falsone 
Latitante dal '99: nella lista dei 30 più pericolosi

Marsiglia - Arrestato a Marsiglia Giuseppe Falsone, il superboss della mafia di Agrigento. La mobile di Agrigento, insieme a quella di Palermo e allo Sco, ha fermato Falsone, ritenuto il capo della mafia della provincia di Agrigento e inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi. La notizia è confermata dal capo della squadra mobile di Agrigento Alfonso Iadevaia che ha aggiunto di attendere il risultato dell'esame delle impronte digitale. Falsone, 40 anni il prossimo 28 agosto, catturato a Marsiglia, era inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi, inserito nel programma speciale di ricerca. Nato a Campobello di Licata (Agrigento), era ricercato dal 1999 per associazione di tipo mafioso, omicidi e traffico internazionale di droga. Il 17 marzo del 2004 sono state diramate le ricerche in campi internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Falsone è considerato molto vicino a Bernardo Provenzano. Appena tre mesi fa, nell’ambito dell’operazione antimafia Apocalisse, i carabinieri di Agrigento e di Palermo hanno sequestrato beni e società riconducibili al boss per circa 30 milioni di euro.

Plastica facciale Falsone si è sottoposto ad alcuni interventi di chirurgia estetica al viso e al naso in particolare. L’uomo, che si trova al momento in un commissariato di Marsiglia, continua a negare di essere il superlatitante. Anche per questo saranno importanti i risultati dattiloscopici. I poliziotti gli hanno trovato una carta di identità francese con un nome italiano che corrisponde a una persona ritenuta dagli investigatori un fiancheggiatore. A Marsiglia Falsone stava cercando di aprire un’impresa edile. Al momento del suo arresto stava rientrando in casa in un quartiere vicino al porto e non ha opposto alcuna resistenza. A Marsiglia l’uomo non ha parenti con sé e al momento del fermo non era armato.

Amico di Provenzano Il padre del boss, Vincenzo Falsone, è stato il reggente di Cosa nostra ad Agrigento per molti anni e fu ucciso durante la guerra di mafia con gli Stiddari agrigentini il 24 giugno del ’91 assieme al figlio Angelo, fratello maggiore di Giuseppe. Secondo alcune inchieste sulla mafia agrigentina, Giuseppe Falsone avrebbe gestito dalla latitanza grossi interessi in diversi settori. Il pentito Giuseppe Sardino, lo scorso ottobre al processo Hiram celebrato nel carcere di Rebibbia, ha riferito in aula che Falsone voleva stabilire rapporti con la massoneria siciliana e romana, ritenendoli utili per Cosa nostra. Falsone soprannominato il "ragioniere", "gira rigorosamente armato, non si separa mai da palmare e pc portatile. E nella ventiquattrore porta la bibbia e testi di filosofia" ha anche raccontato Sardino che era stato braccio destro e vivandiere di Falsone. Il boss Bernardo Provenzano aveva indicato nei pizzini Falsone con il numero 28.

Maroni: "E' il 25esimo" "Grazie al lavoro straordinario della polizia oggi è stato inferto un altro eccezionale colpo alla criminalità organizzata con l’arresto del venticinquesimo superlatitante inserito nella lista dei trenta dall’insediamento del governo". Così il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha commentato l’arresto del boss Falsone.

Alfano: "Grande successo" "Oggi è una giornata felice per la Sicilia e l’Italia e per la provincia di Agrigento. È stato catturato uno dei boss più spietati della terra". Lo dice il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a Palermo. "È stato preso in Francia, in questo momento a Marsiglia sono in fase di raccolta delle impronte digitali - aggiunge -. Se sarà confermata la sua identità si affermerà ancora una volta il primato dello Stato nei confronti dei latitanti ovunque si nascondano, anche in località straniera come in questo caso.

Adesso si lavora alacremente per catturare Messina Denaro e siamo fiduciosi che anche questo obiettivo delle forze dell’ordine, dello Stato e della magistratura possa essere centrato".

Commenti