Magistratura

Lo sbronzo, il molestatore e il fanatico. Quando il giudice oltrepassa il confine

Ne "Il libro nero della magistratura" la raccolta delle follie dei magistrati

Lo sbronzo, il molestatore e il fanatico. Quando il giudice oltrepassa il confine

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Lo sbronzo, il molestatore e il fanatico. Quando il giudice oltrepassa il confine

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Il giudice barcolla. Gesticola. E pronuncia frasi sconsiderate, ancora di più quando all'orizzonte si vedono due poliziotti: «Sbirri di m... Brutti sbirri bastardi. Mi avere rotto i c...». Un repertorio da trivio, in mezzo alla strada. Il magistrato ha bevuto, ha bevuto troppo e non si trattiene. Arriva la dottoressa del 118 e la accoglie con un'espressione hard: «Ti lecco la...». Turpiloquio a raffica. E una domanda: voi vi fareste giudicare da un tipo del genere? Lo so, può sembrare una storia inventata, ma purtroppo non è fiction, è realtà contenuta nelle carte della Sezione disciplinare del Csm, il tribunale che giudica comportamenti inappropriati, tic e vizi pubblici o privati della corporazione in toga. Vicende che ho raccontato in diversi testi, fino all'ultimo Il libro nero della magistratura, Baldini & Castoldi, che srotola una serie di episodi incredibili.

A cominciare da quello del giudice alcolico. Che l'11 luglio 2009, due mesi dopo il primo edificante exploit, si ripete. Tampona con la sua Bmw una Cinquecento serenamente parcheggiata. Si dà coraggiosamente alla fuga. Lo bloccano, volano calci e pugni. Con corredo sonoro da mafioso: «Bastardi carabinieri, tanto poi sistemo tutto io, ve la faccio pagare». Che credibilità può avere un soggetto del genere?

E che dire dell'illustre collega che qualche anno fa si inginocchia, sull'asfalto, accanto a una zingara e chiede l'elemosina insieme a lei. Cosa le è saltato in mente? Certo, preoccupa l'equilibrio mentale di una toga che si riduce come una mendicante. La sorprende un ispettore di polizia che fa rapporto, sbalordito. Siamo, oltretutto, a pochi metri dal palazzo di giustizia. Imbarazzo al quadrato. Ma ancora più imbarazzante è il Csm che se la cava con uno slalom fra depressione e stress e la lascia al suo posto. Assolta, perché incapace di intendere e di volere. Ma solo in quel momento.

Il campionario delle umane follie è sterminato. C'è il giudice che ha cosparso di Nutella i bagni del tribunale, anzi, come recita con linguaggio severo l'accusa, «ha cosparso gli elementi del bagno con abbondanti strisciate di Nutella». Cosa gli sarà balenato in testa? Forse, ha scambiato la giustizia per un carnevale, vai a sapere, certo deve avere dentro di sé un lato goliardico. La punizione, stabilita il 28 luglio 2005, è quella più soft dell'ordinamento: l'ammonimento. Un buffetto o poco più, anche se il gesto, dissacrante, può avere un impatto devastante sull'ambiente dove ogni giorno si decidono pene e punizioni.

Ci sono magistrati corrotti e altri sfaticati, una minoranza naturalmente, ma nel mazzo non mancano figure eccentriche che mettono a disagio il personale, i cancellieri e con loro gli utenti della giustizia. Siamo in udienza, il procuratore generale va in bagno, il presidente per ragioni imperscrutabili si impunta e verbalizza ogni dettaglio, con precisione maniacale: «A questo punto il procuratore generale si alza e dice che sta per raggiungere il water Il presidente è avvertito che il pg era rientrato in udienza dopo essere stato in bagno e aver fatto la pipì». Incommentabile.

Ma sempre meglio dell'altro giudice che ha apostrofato così un avvocato: «Tu l'altra mattina mi hai dato del coglione, adesso ti spacco il culo».

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