Politica

"Maxi processo per 174" Colpo della Dda milanese alla 'ndrangheta lombarda

A giudizio immediato per le 174 persone arrestate lo scorso luglio nel corso dell'operazione che ha decapitato i vertici delle cosche

"Maxi processo per 174" 
Colpo della Dda milanese 
alla 'ndrangheta lombarda

Milano - Un maxi processo ai vertici della 'ndrangheta lombarda. La Dda di Milano inoltrerà domani la richiesta di giudizio immediato per le 174 persone arrestate lo scorso luglio nel corso della maxi operazione che ha decapitato i vertici dell'organizzazione criminale radicata in Lombardia.

Un maxi processo a Milano La richiesta di giudizio immediato, con cui si salta la fase dell’udienza preliminare, riguarda, tra gli altri, il presunto boss della 'ndrangheta in Lombardia, Giuseppe "Pino" Neri, e Pasquale Zappia, che avrebbero diretto la "cupola" lombarda dopo la morte del boss Carmelo Novella. Inoltre, tra gli arrestati per cui è stato chiesto il rito immediato, ci sono i numerosi boss delle quindici "locali" sparse tra Milano, la Brianza, il Comasco e Pavia, che sono state individuate dagli inquirenti con l’operazione "Infinito-Crimine". Tra gli imputati, inoltre, c’è anche l’ex direttore sanitario della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco, ritenuto dagli investigatori una "figura emblematica" della infiltrazione delle cosche nel mondo istituzionale. Invece, come ha spiegato Ilda Boccassini, le posizioni degli indagati per l’omicidio del boss Novella, avvenuto nel 2008, sono state stralciate e per loro si procederà con la chiusura delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio. Come ha spiegato, invece, il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, la parte dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio verrà probabilmente chiusa a gennaio con il deposito degli atti e la richiesta di rinvio a giudizio. "Il ramo reggino è più indietro - ha spiegato Pignatone - anche per problemi di organizzazione delle risorse". Nell’incontro con la stampa gli esponenti delle due procure antimafia hanno voluto rimarcare l’unità del lavoro tra inquirenti e investigatori milanesi e calabresi e la collaborazione che c’è stata e che sta proseguendo.

Gli imprenditori non denunciano "Nonostante l’operazione di luglio contro la 'ndrangheta che ha dimostrato la presenza in Lombardia e nel Nord della criminalità mafiosa gli imprenditori non denunciano estorsioni e usura - ha spiegato il pm Ilda Boccassini in una conferenza stampa - a noi continua a non arrivare nulla". Al termine di un incontro operativo con il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, la Boccassini ha annunciato che domani la procura di Milano chiederà il processo con rito abbreviato per 174 persone arrestate nel luglio scorso con l’accusa di associazione mafiosa. A Reggio Calabria, invece, a gennaio la procura chiederà il processo per altri indagati ma con il rito ordinario. "La ragione - ha spiegato Pignatore - è che abbiamo problemi di organizzazione e di risorse".

Il legame con Assolombarda "Faremo dei passi - ha spiegato il capo della procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati - chiederemo aiuto da Assolombarda e ad altre associazioni di categoria per avere la collaborazione di imprenditori e commercianti per la denuncia di estorsori e usurai". "Il fenomeno c’è, ma non ci sono denunce, a Milano come a Reggio Calabria - ha, quindi, aggiunto Bruti - per cui ci daremo da fare". Dopo l’operazione "Crimine" dell’estate scorsa si aspettavano una risposta al segnale che avevano lanciato da loarte di imprenditori e commercianti. "E invece siamo al punto di prima.

Dietro la porta non abbiamo certo file di imprenditori pronti a rendere dichiarazioni mentre sappiamo che avvengono fatti ben precisi a testimonianza del fenomeno estorsivo - ha concluso la Boccassini - è un dato sintomatico di cui dobbiamo prendere atto".

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