Meteo e clima

"È l'hotspot climatico più forte del pianeta". La rivelazione di Giuliacci sui disastri nel Mediterraneo

"Il Mediterraneo è l'hotspot climatico più forte del pianeta", ha spiegato Giuliacci. Ecco come si verificano certi disastri ambientali

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In questi ultimi anni l'Italia ha dovuto fare spesso i conti con veri e propri "bombe" ambientali che hanno messo in ginocchio diverse regioni. L'ultima, in ordine cronologico, è stata la Toscana, dove si sono verificati allagamenti che hanno provocato danni ingenti e anche dei morti.

Una situazione che preoccupa

Intervenuto a È sempre Cartabianca come ospite, il noto meteorologo Mario Giuliacci ha fornito la propria opinione in merito a ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Purtroppo, ha spiegato il colonnello in base alle sue conoscenze, ci troviamo in una fase di cambiamento climatico che sta sempre più spesso portando a fenomeni anormali come quelli che abbiamo visto di recente.

Alla domanda della conduttrice Bianca Berlinguer, che ha chiesto quanto questa modifica dal punto di vista climatico debba preoccuparci, Giuliacci ha risposto che la situazione desta effettivamente dei timori. Non può essere altrimenti, se si considerano i disastri provocati da certe condizioni meteo. Prima il caldo anomalo a cui abbiamo assistito questa estate, poi precipitazioni eccezionali che fiscono col provocare danni. Non si può non essere preoccupati.

"Negli ultimi due anni abbiamo assistito alle siccità più terribili degli ultimi 70, 100 anni, e poi agli eventi calamitosi, alluvioni e nubifragi, più frequenti degli ultimi 50/70 anni", ha affermato l'esperto, "ma c'è una causa prossima".

L'hotspot climatico

"Il Mediterraneo occidentale, sia l'anno passato che quest'anno, fra giugno e ottobre è stato più caldo di ben 5 gradi", ha spiegato il colonnello. "Dopo il Circolo Polare Artico, motivo per cui fondono i ghiacci polari, il Mediterraneo è l'hotspot climatico più forte del pianeta". Gli hotspot climatici, come si intuisce dalla parola, sono delle zone localizzate sulla Terra in cui vengono avvertiti maggiormente gli effetti fisici ed ecologici provocati dal cosiddetto cambiamento climatico.

Perché il mar Mediterraneo rientra in questo gruppo? "In parte perché non scambia acque con l'oceano Atlantico, che è più fresco", ha dichiarato Giuliacci, "ma soprattutto perché sull'Atlantico e sul Mediterraneo è ormai padrone assoluto l'anticiclone africano. Un anticiclone che è già caldo, ma quando arriva sulla penisola porta giornate di sereno, oltre che caldo, e una volta poteva durare una settimana, al massimo quindici giorni, ora lo abbiamo quasi tutti i mesi da maggio a ottobre. Il soleggiamento continuo pompa sulla terra, sugli oceani e sui mari, che sono un magazzino di calore, e così il Mediterraneo si è scaldato".

Cosa accade con le perturbazioni

Quando arriva una perturbazione atlantica, umida, accompagnata da un'aria più fresca, trova il calore immagazzinato nel Mediterraneo, ed è così che si generano certi fenomeni.

"Nascono nubi più alte, e più sono alte più contengono gocce grosse", ha spiegato Giuliacci, "e più i mari sono caldi, più l'acqua evapora, formando queste nubi".

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