«Un metodo che danneggia l’autostima»

Antonella Olivieri, direttrice della scuola elementare San Giusto di Milano, boccerebbe dei bambini non prepararati?
«Personalmente non consiglio questo metodo, ma bisogna analizzare i casi concreti per decidere in serenità».
Perché è contraria, in linea di principio?
«Innanzitutto bisogna credere nelle capacità del bambino. Se si impegna, ha un buon rapporto con la classe e con le insegnanti, io lo mando avanti e gli offro una possibilità. Nella nostra scuola eravamo indecisi su due bambini ma li abbiamo promossi per l’impegno dimostrato. In un’altra scuola milanese, invece, ho saputo che hanno bocciato un alunno di prima elementare».
Una bocciatura è dannosa per un bambino?
«I bambini sono abbastanza plastici ma sicuramente fargli ripetere la classe può provocare frustrazione, disamore per la scuola, sfiducia nelle proprie capacità. Ma non sempre mandare avanti a tutti costi è una soluzione ottimale».
Quali sono le situazioni più critiche.
«Quelle di alcuni bambini iscritti alle elementari con l’anticipo di sei mesi o addirittura di un anno. Fermarli in prima può essere una scelta necessaria».
Perché?
«Non sono pronti emotivamente.

Piangono per un nonnulla, oppure si addormentano a metà mattina in classe. Questi bambini dovrebbero trascorrere alla materna ancora un anno, non sono pronti per essere inseriti alle elementari».
Quindi meglio fermarli?
«Sì, ma solo se vedono la scuola come un tortura».

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