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«Mezzogiorno di foto» in tutto il Mediterraneo, a caccia di delfini da immortalare

Domani dalle 12 alle 13 oltre centotrenta imbarcazioni da diporto «volontarie» parteciperanno all'operazione «Delphis», che mira a un censimento dei cetacei che vivono nel «Mare Nostruum». Una mappa fotografica in contemporanea, di grande utilità scientifica

Un censimento dei delfini, affidato a barche da diporto «volontarie». Un'operazione navale del tutto speciale, un tentativo quasi da Guiness dei primati, quello che verrà effettuato domani dalle 12 alle 13 in buona parte del Mediterraneo e, in paticolare, al largo tra Liguria, Corsica e Costa Azzurra (zona che ospita il cosiddetto «Santuario marino» dedicato ai cetacei).
All'operazione, denominata «Dolphis», si sono proposte già 350 barche da diporto: a ogni equipaggio è affidata la ricognizione di un quadrato di mare di 2 miglia di lato e l'annotazione su apposite schede della propria posizione, della presenza di balene e delfini, possibilmente fotografati. «Delphis» non è un'iniziativa nuova, tutt'altro: quest'anno arriva al quattordicesimo anno, anche se per la prima volta si estende oltre i confini del «Santuario dei Cetacei». Gli osservatori hanno risposto all'appello dell'associazione «Battibaleno» dal Tirreno all'Adriatico e in buona parte del Mediterraneo Occidentale. All'iniziativa hanno infatti aderito, oltre a Francia e Italia, anche Malta, Marocco e Tunisia. Grazie alla partecipazione volontaria e gratuita di molti navigatori naturalisti, l'insieme delle osservazioni effettuate, permettono ogni anno di comporre una grande foto panoramica e istantanea della superficie del mare, in grado di fornire, a costo zero per la collettività, informazioni molto utili alla comunità scientifica. «Il modello dell'area protetta del Santuario dei cetacei, che coinvolge tre nazioni, Francia, Italia e Principato di Monaco - dichiara Alberto Marco Gattoni, presidente dell' associazione Battibaleno - è un esempio che tutti gli stati dovrebbero seguire. Si tratta quindi di estenderlo, grazie alla collaborazione fra governi, alle tante zone del Mediterraneo che presentano un interesse naturalistico, come, per esempio: il Mare di Alboran, le Montagne sottomarine, le Isole Baleari, il Golfo del Leone, il Bacino Algerino, il Banco Scherchi-La Galite e, più vicino a noi, il Tirreno Centrale e lo Stretto di Messina.
«Il Mediterraneo - prosegue Gattoni - con i suoi 2.510.000 chilometri quadrati di superficie marittima, rappresenta solo lo 0,8 per cento della superficie acquatica terrestre ma ospita il 7 per cento di tutte le specie marine conosciute al mondo. In Mediterraneo vivono: ventuno specie di mammiferi marini, 580 specie di pesci, 48 di squali, 36 di razze, 5 di tartarughe, 1289 specie vegetali marine».

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