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Milan, esce Ronaldo ci pensa Massimo Ambrosini

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Milan, esce Ronaldo ci pensa Ambrosini

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Milano - Con la forza della volontà. Così il Milan infiocchetta il suo ennesimo successo, raggiunto con le unghie e con il balzo prodigioso di Ambrosini, uno del nucleo storico rossonero. La Samp riesce a resistere fino a uno degli ultimi assalti ma poi cede anche per un banale scivolone di Zenoni.

La Samp riesce a resistere fino a uno degli ultimi assalti ma poi cede anche per un banale scivolone di Zenoni.

Non ci vuole molto per rovinare una partita che promette scintille (palo di Palombo dopo 9 minuti). Basta un arbitro scarso che prima lascia il Milan in 10 (rosso per Oddo) poi se ne pente e rimedia castigando la Samp (doppio giallo per Olivera) applicando una par condicio discutibile. Sul primo intervento l’arbitro pugliese non si accorge che il primo a commettere l’irregolarità è Bonazzoli su Oddo: il difensore poi si lascia mettere dietro dal centravanti e appena lo danneggia procura la punizione dal limite (senza esito) e cartellino rosso. Forse è il caso di fargli una bella lezione. La sua è una clamorosa ingenuità. Nel secondo caso Ayroldi, con la coscienza sporca, cerca il pretesto di un banale fallo del sampdoriano su Kakà per riportare in parità numerica la sfida.

Olivera è un altro da prendere a scudisciate perché il primo giallo lo incassa per la singolare decisione di presentarsi in campo senza parastinchi, ignorando il regolamento. Ma nessuno glielo ricorda a Bogliasco? Il tutto avviene tra il decimo e il 39’ del primo tempo. La Samp non riesce a cogliere vantaggi dalla superiorità nonostante Novellino si agiti come una tarantola ed è forse questo uno dei rimpianti legittimi. Il Milan, sotto di uno (entra Cafu al posto di Oliveira inutile come le domeniche senza traffico), si dispone meglio e con Kakà addirittura sfiora due volte il bersaglio grosso (di Castellazzi le deviazioni decisive). Tocca a lui, al giovane campione brasiliano, interpretare al meglio le poche risorse tecniche che restano a disposizione dei berlusconiani. A metà della prima frazione Dida deve rimediare a precedenti strafalcioni con una deviazione su rovesciata di Maggio. Appena Ronaldo si libera in velocità, gli vanno sulle gambe con una ferocia che deve allarmare non solo i dirigenti rossoneri ma anche Gussoni, gran capo degli arbitri. Una volta Falcone salva la vita arrivando per un attimo in vantaggio, una volta invece gli rovina sul tendine pur non avendo alcuna possibilità di raggiungere la sfera. A meno di 15 rintocchi dalla fine Ronaldo si deve arrendere per cedere il passo a Pippo Inzaghi. Uscito di scena Ronie, la Samp respira e riesce a difendersi meglio, con maggiore sicurezza. È anche una questione psicologica, non solo tecnica. Ancelotti tenta l’ultima carta: Pirlo per Seedorf rimasto inoperoso e inefficace per lunghi tratti della sfida.

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La conclusione è una sola: e la procura un lungo cross di Jankulovski deviato in gol da uno dei vecchi invincibili, Ambrosini. Che ha sette vite come i gatti.

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