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A Milano c'è un pezzo di Luna Ma il museo lo nasconde in cantina

Richard Nixon regalò un frammento del satellite al nostro Paese. E' grande meno di un centimetro ma per motivi di sicurezza costa troppo esporlo. La pietra resta in cassaforte

A Milano c'è un pezzo di Luna  
Ma il museo lo nasconde in cantina

Volevano la luna. C’era scritto su un quotidiano (non il nostro) che il museo della Scienza custodisce da 37 anni l’unico frammento italiano del satellite. Sì, proprio quello regalato dal presidente americano Richard Nixon al governo italiano e atterrato con la missione Apollo 17 nel dicembre del 1972. E loro, i quattro bambini, avevano convinto la zia Marilena: pazienza se non si può toccar la luna con un dito, ci basta solo guardarne un pezzettino. Al museo della Scienza e della tecnologia di via San Vittore. E davanti a quella pietra grande meno di un centimetro avrebbero ascoltato una storia vera e straordinaria. Quella dell’uomo che vola nello spazio e calpesta lo spicchio che brilla di notte nel cielo.

Peccato che l’altra storia, quella del frammento al museo, fosse una bufala. Neppure col telescopio, i quattro fratellini sono riusciti a vederlo. «Non c’è - il custode ha spento gli entusiasmi - O meglio c’era (dal 1973 alla metà degli anni Novanta), c’è stato (in tre occasioni particolari, nel 2004, nel 2007 e nel 2008) ma in questi giorni, a quarant’anni dall’allunaggio, la Luna resta in cassaforte. Per motivi di sicurezza». Si può vedere almeno la cassaforte? I bambini si sarebbero accontentati di vedere il nascondiglio. Ma non c’è nemmeno quello. La pietra lunare è custodita lontano dal museo, in un luogo segretissimo. Ha un valore inestimabile, essendo l’unica sul suolo italiano, non si può rischiare che la rubino. È questa la storia che il custode ha ripetuto decine e decine di volte.

La risposta ai grandi che invece si chiedono come mai un museo non esponga un pezzo prezioso e che fanno paragoni con gli altri Paesi (a Chicago addirittura sul muro esterno del Chicago Tribune si possono ammirare sotto vetro pietre di Notre Dame, della Muraglia cinese e della Luna) risponde il direttore generale del museo Fiorenzo Galli: «Pare impossibile ma finora non ci sono stati gli sponsor. Il sistema di sicurezza è molto costoso. Ma a noi non interessa esporlo per brevi periodi. Stiamo pensando a un allestimento sicuro e permanente. Ossia di ristrutturare completamente la sezione dedicata allo Spazio, all’interno della quale brillerà il sasso lunare. Metteremo in risalto i nostri pezzi storici come i globi seicenteschi del Coronelli e del Moroncelli, il settore equatoriale Sisson (1774) o il quadrante murale di Ramsden (1789)».

E per questo lavoro gli sponsor ci sono? «Sì, anche se è presto per fare nomi». Una data? «Potrebbe essere fra due anni ma siamo stati già costretti a rimandare. È più facile trovare fondi per progetti che riguardano la salute - spiega il direttore - Entro dicembre apriremo un laboratorio sull’alimentazione e nel 2011 arriverà una mostra interattiva sulla nutrizione realizzata con la Villette di Parigi». Allora la luna verrà eclissata per altri due anni? «No, la esporremo il 21 settembre quando ospiteremo un progetto dell’Esa: in quell’occasione i ragazzi parleranno con gli astronauti».

E vedranno finalmente la luna.

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