Treno deragliato a Milano

E i soccorsi scattano in due minuti

Elicotteri, campo base. San Gerardo e San Raffaele in prima linea per i feriti

E i soccorsi scattano in due minuti

Cinque minuti dopo l'alba arriva la prima chiamata al numero unico 112. La seconda è del minuto successivo: secondo la ricostruzione ufficiale, sono le 6.58. Entrambe arrivano da normali cittadini e raccontano la stessa notizia: un treno in viaggio tra Cremona e Milano è deragliato. In due minuti parte la macchina dei soccorsi. Vigili del Fuoco e servizio sanitario vengono allertati. Alle 7.03 chiama anche la sala operativa di Ferrovie dello Stato. Parte la prima ambulanza, un'auto medica e i pompieri. Alle 7.07 si attiva la procedura della maxi emergenza: si dirigono sul luogo 10 ambulanze e 4 mezzi di base, nel frattempo si contattano enti del territorio e si monitorano i primi report. Tutto accade in pochissimi minuti: sono appena le 7.21 quando il primo mezzo di soccorso giunge sul luogo del disastro, ma non può intervenire subito: un «ambiente inaccessibile», spiega il rapporto, impedisce l'ingresso all'area. I vigili del fuoco però aprono un varco rapidamente e le squadre iniziano il loro lavoro.

In totale nel punto di intervento immediato, la maxi emergenza prevede l'organizzazione di un campo base sul posto della crisi, passano oltre cento persone. In breve vengono portati negli ospedali milanesi 5 codici rossi, 8 gialli e 53 verdi. I morti sono tre, tutte donne. Alla fine sono intervenute venti ambulanze, due elicotteri arrivati anche da Bologna e quattro automediche. Più vigili del fuoco e forze dell'ordine. Gli unici ritardi sono causati dalle operazioni per recuperare un ferito e un corpo senza vita incastrati tra le lamiere.

La macchina dei soccorsi, coordinata dall'assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera, funziona pure troppo: le cliniche si preparano ad accogliere molti più pazienti di quanti ne arrivino, un esempio è il San Gerardo che attiva un centinaio di persone per l'emergenza e poi riceve un solo caso. Un codice rosso, un sessantenne che in serata non risulta in pericolo di vita, ma la prognosi è di sessanta giorni. Le «sinergie riuscite» e «quelle esercitazioni che potrebbero sembrare inutili finché non succede qualcosa» spiegano secondo Areu l'efficienza dei soccorsi.

Gli altri feriti gravi sono ricoverati al San Raffaele, dove un uomo e una donna vengono operati per poi passare in terapia intensiva in prognosi riservata. E all'Humanitas dove un altro resta ricoverato con lo stesso verdetto dopo l'intervento urgente.

L'ultimo dei cinque viene portato al Policlinico, ma appena svolti gli esami passa a codice giallo: le ferite sono meno gravi di quanto sembrasse in un primo momento.

Commenti