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Moda, le grandi boutique cambiano strategia: arrivano gli abiti low cost

Prezzi ragionevoli anche nelle boutique più esclusive. È l'ultima strategia del marketing, nata nelle migliori multibrand d'Italia e del mondo, dove, fino ad alcuni anni fa, si trovavano solo marchi altisonanti e costosi. Obiettivo: non perdere quote di mercato

Prezzi ragionevoli anche nelle boutique più esclusive. È l'ultima strategia del marketing, nata nelle migliori multibrand d' Italia e del mondo, quelle dove, fino ad alcuni anni fa, si trovavano solo grandi marchi altisonanti e costosissimi. Attentissimi alle tendenze (e alla crisi) del mercato, hanno affrontato i tempi difficili sguinzagliando i loro «cani da tartufo», spesso sono i titolari stessi, per andare alla ricerca di piccole collezioni con cui inframmezzare, su appendini e scaffali, i capi dei designer famosi.
E così, girando per piccole fiere di pret-a-porter creativo o per show room che fanno ricerca, a Milano come a Parigi, si incontrano anche i buyer di importanti insegne commerciali. Perché anche la signora che sceglie il capo griffato pagando cifre importanti deve poter trovare l'abito sfizioso e dal design originale e prezzo accessibile. «E se si vuole evitare che, dopo aver comprato il tailleur da noi, la cliente vada da Zara per cercare qualcosa da accostare senza spendere tanto - spiega Beppe Angiolini presidente della Camera dei Buyers - è meglio darsi da fare per trattenerla qui». Dunque le catene low cost, che viceversa mixano l'offerta con collaborazioni d'alto livello (sono attese le «capsule collection» di Valentino per Gap e di Lanvin per H&M) hanno cambiato la mentalità. Facendo la fortuna di nuovi piccoli fenomeni. Due per tutti, Tonante e Metradamo. Tutto assolutamente made in Italy, dal filo alle chiusure lampo, Tonante nasce dall'iniziativa di Armando Mammina, esperto milanese di moda. Il marchio, che fa realizzare i capi da MG Fashion di Martina Franca ed è distribuito dallo Studio Rigoni di Milano, è arrivato alla quarta collezione, per ora con duemila pezzi a stagione ma con crescente successo. Solo dieci modelli, tutti capi spalla, cappottini perfetti per l'inverno, trench e robe-manteau impalpabili per la prossima primavera, molto lavoro di squadra, prezzi contenuti, design sofisticato, stile da lusso discreto e un ottimo giro di clienti. Metradamo è un caso interessante. Il marchio ha oltre 30 anni ed è famoso per la perfetta vestibilità dei pantaloni. Nel 2008 è stato acquisito da Caterina Ceccarini e Marco Gaiero, entrambi ingegneri, lui con esperienza nei fondi di private equity. La coppia ha chiamato Gianluca Capannolo, uno dei migliori designer italiani (ha una sua etichetta piazzata nelle 40 migliori boutique italiane) per sviluppare il marchio molto al di là dei famosi calzoni. Ed ecco allora tailleur in rete di cotone color fango, abiti a stampe originalissime (paillettes fotocopiate, immagini di folla, petali sparsi), lavori di plissé soleil bordati di blu per vestiti a effetto gessato da portare sotto caban marinari (con bottoni di silicone, tutti particolari da apprezzare da vicino) e perfino un flash natalizio chiamato Dress Code con pochi capi importanti. I negozi-clienti (da San Carlo di Torino a Penelope di Brescia, da Pupi Solari di Milano a Massimo degli Effetti di Roma, per citarne solo alcuni) stanno apprezzando e i capi, al di là dei pantaloni, sono arrivati al 35% delle vendite complessive.

Ultima notazione: anche in questo caso made in Italy assoluto, per giunta in piena Milano, perfino con laboratorio di sartoria a due passi da piazza Missori.

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