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Un modello inedito per festeggiare il 25° anniversario del Royal Oak Offshore

È il 1989 quando Stephen Urquhart, allora Condirettore Generale di Audemars Piguet commissionò al designer Emmanuel Gueit, l'evoluzione del Royal Oak, da presentare in occasione del 20° anniversario di quest'ultimo. Era destinato ad un pubblico maschile, più giovane della clientela tradizionale, a cui il Royal Oak comincia a risultare sottodimensionato. In controtendenza con il mood di periodo, indirizzato sull'ultrapiatto e sul quarzo, rappresentò una vera e propria scommessa: lo sviluppo richiese quattro anni armonizzazione del giunto a vista, smusso degli angoli, idoneo contenimento dello spessore conseguente all'aggiunta della funzione cronografica -, tanto che il lancio avvenne solo nel 1993 (ossia un anno dopo il ventennale del Royal Oak). Data l'ispirazione «navale» del nome Royal Oak, anche la definizione del nuovo modello fu coerente, «Offshore», ma stentò ad imporsi, forse per inconscio rispetto dell'illustre «fratello maggiore» e, così, sui primi 50 pezzi campeggiò la sola incisione «Royal Oak»: dal 51° esemplare, però, ecco finalmente la dicitura «Offshore» e, da quel momento, la differenziazione fu completata. Agli interventi strutturali inediti per quel periodo (in particolare, quelli per la protezione contro i negativi effetti dei campi magnetici), al rivestimento in caucciù di pulsanti e corona per incrementare l'impermeabilità, si aggiunse l'impiego del calibro 2226/2840 (base automatica Jaeger-LeCoultre 889 e modulo crono tricompax Dubois-Dépraz). A partire dal 2007 quel movimento, sul Royal Oak Offshore, venne sostituito con il calibro 3126/3840, sempre modulare, con ponte passante sul bilanciere a regolazione inerziale e rotore in oro a 22 carati montato su cuscinetti a sfere in ceramica.

È lo stesso meccanismo che oggi presenta la riedizione fedele del cronografo originario Royal Oak Offshore, in occasione del 25° anniversario della collezione, a cui la Maison ha voluto abbinare una versione Tourbillon Cronografo inedita, in due varianti, acciaio e oro rosa, limitate a 50 pezzi ognuna: movimento manuale interamente riprogettato, a vista (calibro 2947), con ponti geometrici e scheletrati, leve a sviluppo lineare per l'innesto crono orizzontale, ruota a colonne rivisitata. Chiaro l'intervento contemporaneo anche sulla lunetta dallo spessore contenuto con viti passanti interne ridisegnate, sul fondello «a stella» e sui pulsanti di forma in ceramica nera.

FRin

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