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Nigeria, 800mila i bambini in fuga

Costretti a combattere, le femmine a sposarsi ancora bambine. Più di dieci milioni non vivono un'infanzia normale

Civili a un checkpoint controllato dai soldati nigeriani a Gwoza
Civili a un checkpoint controllato dai soldati nigeriani a Gwoza

Scontri e continue angherie, che hanno costretto migliaia di persone a lasciare le proprie case, dopo gli attacchi da parte degli estremisti di Boko Haram. Sono 800mila i bambini nigeriani sfollati a causa della guerra e un milione e 500mila i civili in fuga.

Numeri enormi, con i bambini costretti alla fuga raddoppiati rispetto allo scorso anno, per evitare di finire nelle mani di Boko Haram, che sfrutta i maschi come vedette, combattenti o come facchini e delle femmine rapite fa spesso spose bambine, forzate al matrimonio e vittime di stupri.

Un anno esatto è passato dal rapimento di più di duecento ragazze a Chibok e di molte di loro ancora non si sa nulla. Soltanto 57 sono riuscite a fuggire da Boko Haram, mentre le altre - si teme - potrebbero essere state uccise.

È un nuovo rapporto pubblicato dall'Unicef [LEGGI QUI IN INGLESE] a mettere nero su bianco i numeri della crisi nigeriana, per cui poco è cambiato dalle elezioni presidenziali che hanno sostituito Goodluck Jonathan con l'ex generale Buhari.

Gran parte degli sfollati che hanno abbandonato i propri villaggi sono finiti in altre zone della Nigeria, fuggendo dalle aree a nord-est dove si concentrano gli scontri con gli uomini di Boko Haram. Circa 200mila hanno invece passato la frontiera con il Ciad, il Niger o il Camerun, gli Stati confinanti.

Se il numero degli sfollati è già alto, sono però di più i bambini a cui è negata un'infanzia normale. Dieci milioni e mezzo quelli in età elementare che non vanno a scuola, con gli edifici scolastici spesso presi di mira dai miliziani islamisti, che considerano l'educazione "occidentale" proibita. Dal 2012 al 2014 sono 300 le scuole che sono state distrutte, più di 500 gli studenti e insegnanti uccisi.

Il dramma dei bambini nigeriani non è peraltro confinato alle angherie subite da parte di Boko Haram.

L'Unicef ricorda che molti sono finiti a fare da vigilantes per gruppi che sono in lotta con gli islamisti.

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