Guerra in Ucraina

Accordo Ue sulle sanzioni, non sul gas

A Versailles intesa anti-Mosca, ma su energia e difesa tutto rinviato a fine mese

Accordo Ue sulle sanzioni, non sul gas

Versailles (Parigi). Si conclude la due giorni di Versailles e l'Europa si ritrova ancora una volta inerme e debole. Un po' come accadde con il Covid nei vertici che si susseguirono tra febbraio e marzo del 2020, infatti, i leader dei 27 Paesi dell'Ue decidono di non decidere. E questo nonostante una dichiarazione finale di dieci pagine che il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, è certo «rimarrà nella storia dell'Unione europea». Il dossier sulla riduzione della dipendenza energetica dalla Russia, infatti, è rimandato al prossimo Consiglio Ue in programma a Bruxelles il 24 e 25 marzo. Mentre il capitolo Difesa comune slitta addirittura a maggio. Tutti e due, per il momento, senza alcun riferimento specifico che quantifichi l'impegno economico dell'Ue. Tutto, insomma, si deciderà davvero solo nei prossimi due mesi, quando saranno noti i dettagli dell'accordo al momento estremamente generico sancito ieri a Versailles. Anche sulla richiesta di adesione dell'Ucraina all'Ue, si preferisce prendere tempo, perché sul punto ci sono sensibilità molto diverse. Tanto che il presidente Volodymyr Zelensky non esita a definirsi «deluso» dalla risoluzione dell'Unione europea. «Non è quello che ci aspettavamo», dice.


La novità, invece, è il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia, annunciato da Ursula von der Leyen alla fine del vertice. Misure che «isoleranno ulteriormente Mosca dal sistema economico globale» e «aumenteranno il costo per Putin dell'invasione dell'Ucraina». Inoltre, dice la presidente della Commissione Ue, «lavoreremo per sospendere i diritti di appartenenza della Russia alle principali istituzioni multilaterali tra cui il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale». Inoltre, sarà vietato l'export di «qualsiasi bene di lusso dall'Ue verso la Russia», un colpo diretto all'élite russa.


Nonostante i venti di guerra lascino pochi margini di manovra, dunque, l'Europa si ritrova ancora una volta come accadde all'inizio della pandemia divisa su come finanziare i necessari interventi sul fronte energia e difesa. Seguendo lo stesso schema che sul Recovery fund vide l'iniziale ostilità dei Paesi nordici. Nonostante l'ottimismo di molte delle delegazioni che hanno preso parte alla due giorni di Versailles, insomma, un'Europa debole. Che neanche i timori di un inasprimento del conflitto riesce a compattare.


Al tavolo dei leader, infatti, si affrontano due temi che potrebbero essere allo stesso tempo cruciali e drammatici. Il primo è il possibile coinvolgimento della Bielorussa nel conflitto. Uno scenario ieri rilanciato anche da Kiev. Il secondo è l'eventuale tentativo di Mosca di creare un corridoio di terra che unisca il territorio ucraino con Kaliningrad, enclave russa tra Polonia e Lituania con accesso al mar Baltico.

Una zona strategica, dove si trovano diverse basi militari russe e numerose testate nucleari.

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