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Anche la Spagna dà il via libera: contratti di lavoro per le prostitute

Un tribunale di Barcellona ha stabilito che le lucciole devono godere degli stessi diritti dei comuni lavoratori

Anche la Spagna dà il via libera: contratti di lavoro per le prostitute

Regolari contratti di lavoro anche per le prostitute. È quanto chiede che venga riconosciuto alle lucciole un tribunale di Barcellona: stessi diritti e stessi benefici delle altre categorie di lavoratori, con tanto di indennità di disoccupazione.

La prostituzione è stata legalizzata in Spagna nel 1995 e oggi, vent'anni dopo, un passo in più. Lo sfruttamento e il traffico di persone, invece, continuerà ad essere considerato reato. Il giudice Juan Augustín Maragall ha stabilito che le prostitute stupulino contratti con i proprietari dei bordelli e che paghino i contributi.

Il tribunale si è espresso in merito al caso di salone di massaggi che offriva anche prestazioni sessuali ai propri clienti. Il centro è stato perquisito e gli ispettori del lavoro hanno trovato all'opera tre donne. Nonostante il gestore dell'esercizio abbia sostenuto che le dipendenti fossero lavoratrici autonome e non impiegate, il giudice lo ha condannato a pagare gli arretrati relativi all'indennità e all'assicurazione (dal 2012 ad oggi) avendo violato i loro diritti.

La Corte si è espressa con fermezza: per evitare lo sfruttamento e garantire i diritti, alle prostitute deve essere garantita la sicurezza delle prestazioni, l'assistenza sanitaria, la pensione e l'indennità di disoccupazione.

La decisione del tribunale di Barcellona però - spiega l'Independent - non è ancora definitiva: può essere presentato ricorso alla Corte Superiore di Giustizia della Catalogna.

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