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"In Austria ci sono stati brogli": la destra presenta il ricorso

Il partito dell'ultradestra in Austria, l'Fpo, presenta ufficialmente ricorso contro il risultato finale delle elezioni presidenziali vinte dai verdi

"In Austria ci sono stati brogli": la destra presenta il ricorso

Subito dopo la conclusione degli scrutini alle elezioni austriache si erano sollevate rumorose proteste da parte della destra guidata da Norbert Hofer. L'Fpo, dopo essere stato in vantaggio per fino alla fine, era stato superato allo sprint finale dal candidato dei verdi, Alexander Van der Bellen. Troppi pochi i voti che hanno diviso i due contendenti al trono d'Austria. Troppo breve quella distanza misurata in appena 0,7%. Una manciata di preferenze, 31mila austriaci che hanno scelto l'ecologia al nazionalismo.

Qualcosa puzzava sotto il naso del parito di Norbert Hofer. Tanto che oggi l'Fpo, per mano de suo presidente, Heinz-Christian Strache, ha presentato ricorso ufficiale contro il risultato finale delle ultime presidenziali. Servirà a qualcosa? Chissà. Di sicuro la decisione conferma che le ombre sono più delle luci.

La vittoria ecologista con i voti per corrispondenza

Il candidato della destra, infatti, era in vantaggio sull'avversario Van der Bellen. A decidere la sfida erano stati solo i voti per corrispondenza, per intenderci i voti dei cittadini all'estero. Uno smacco. L'Europa salvata per posta, è stato detto nei giorni successivi alle elezioni del 22 maggio. Ma per l'Fpo più che le lettere, a "difendere" il vecchio continente dall'onda nera sarebbero state manine svelti che hanno ben pensato di truccare il voto.

Il giallo delle elezioni in Austria

I folcolai di protesta tra gli elettori viennesi, infatti, erano stati alimentati da alcune notizie pubblicate dai media locali che avevano registrato anomalie nella registrazione dei voti presidenziali In particolare, nel collegio "Waidhofen an der Ybbs" l'affluenza al voto era stata incredibilmente gonfiata. Nei documenti ufficiali del ministero, infatti, risultavano più votanti degli aventi diritto. Un'affluenza, assurda, del 146,9%: 13.262 quelli che si sarebbero recati alle urne contro i soli 9.026 che potevano presentarsi al collegio elettorale. A far infuriare l'ultradestra il fatto che a trionfare in quel collegio è stato proprio l'attuale presidente, Van der Bellen, collezonando il 52,7% (6.621 voti) contro il 47,3% del candidato di destra, Hofer (5.938 voti).

Il caso di Linz e le schede aumentate

Quello del collegio di Waidhofen an der Ybbs non è stato l'unico caso. L'Fpo, infatti, ha protestato anche per presunte (ma smentite) irregolarità nel collegio di Linz e per quella che sembra la moltiplicazione delle schede e dei voti. Heinz-Christian Strache ha fatto notare che gli elettori "per corrispondenza" siano aumentati in poche ore di 20mila unità. I dati ufficiali prima della chiusura delle urne, diffusi dalla commissione elettorale, dicevano che sarebbero arrivate 740mila schede. Poi sono diventate per miracolo 760mila. Non solo. Ci si aspettava che almeno 40mila di queste sarebbero state nulle. Ma poi sono state tutte validate. Senza eccezione alcuna (o quasi).

Gli elettori di destra chiedevano a gran voce il ricorso contro il risultato uscito dalle urne. Norbert Hofer disse di aver accettato il verdetto. Ma poi, evidentemente, ci ha ripensato. E così adesso sarà un giudice, forse, a decidere se l'Europa è davvero stata salvata per posta.

O da un broglio elettorale.

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