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Bannon chiede scusa "Trump jr patriota e per bene"

Steve Bannon fa marcia indietro e chiede scusa: "Incontri sovversivi? Non mi riferivo a Donald Trump jr che è un patriota e una persona per bene"

Bannon chiede scusa "Trump jr patriota e per bene"

Alla fine Steve Bannon ha dovuto chiedere scusa, pur non smentendo di fatto i retroscena rivelati dal libro "Fire and Fury: Inside the Trump White House" di Michael Wolff.

Rimasto isolato, l'ex consigliere ora sostiene che l'accusa di "tradimento" - per un incontro il 9 giugno 2016 alla Trump Tower con un avvocato russo vicina al Cremlino per ottenere informazioni contro Hillary Clinton - non era rivolta a Donald Trump jr, figlio del presidente, ma all'allora capo della campagna elettorale, il lobbista Paul Manafort.

Per tentare di ricucire im extremis i rapporti Bannon ha espresso solo oggi il rammarico per non aver risposto immediatamente alle paure attribuitegli da Michael Wollf. "Donald Trump, Jr. è un patriota e una persona per bene", dice ora, secondo una fonte citata dalla Cnn, l'ex capo stratega della Casa Bianca, "È stato infaticabile nel sostenere il padre, il suo programma che ha aiutato a rivoltare il nostro Paese". "Mi dispiace che il mio ritardo nel rispondere alle sbagliate versioni su Donald Jr abbiano spostato l'attenzione dai risultati storici del primo anno della presidenza Trump", ha aggiunto Bannon.

Nel libro Wolff fa dire a Bannon che l'incontro del giugno 2016 di Donald jr, il genero del presidente Jared Kushner e il lobbista Paul Manafort rappresentava un atto "sovversivo". Bannon ha spiegato che non si riferiva a Donald jr ma a Manafort, che per la sua esperienza di lobbista con Mosca e la conoscenza di "come funzionano le cose in Russia, avrebbe dovuto far capire come i russi siano falsi, subdoli e non nostri amici".

Ora si vedrà se la marcia indietro sull'aspetto meno pettegolo ma più importante del libro, porterà ad una riavvicinamento tra Trump e due.

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