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A caccia di bandiere nere nell'Iraq occupato dall'Isis

In Iraq 500 militari italiani fronteggiano la minaccia delle bandiere nere. Un velivolo senza pilota ne ha filmato una, gigantesca, al centro di una città occupata dallo Stato islamico

A caccia di bandiere nere nell'Iraq occupato dall'Isis

ATRUSH (nord dell’Iraq) - “Osservate, controllate” urla il guastatore paracadutista alle reclute curde che stanno avanzando su un percorso di addestramento disseminato di mine e trappole esplosive non innescate. Su campo di battaglia contro le bandiere nere un passo in più o una svista su un filo che sporge può significare la differenza fra la vita e la morte. I seguaci del Califfo imbottiscono i corpi degli animali di tritolo o lasciano sul terreno un finto cadavere, in realtà un kamikaze, che si fa saltare in aria quando i combattenti curdi si avvicinano. Oppure trasformano bulldozer e blindati in “mostri” corazzati artigianalmente per resistere ai razzi contro carro. Poi li lanciano come arieti, zeppi di tritolo verso le trincee dei Peshmerga, le forze curde. Solo gli aerei alleati riescono a fermarli con una bomba dal cielo.

Sulle colline di Atrush, nel Kurdistan iracheno, i parà della Folgore hanno il volto coperto per non farsi riprendere. Il timore è di una rappresaglia contro di loro o le famiglie in Italia. Diversi sono veterani di dure missioni come quella in Afghanistan, dove hanno visto morire altri guastatori sulle trappole esplosive talebane.

La missione italiana contro il Califfo è stata battezzata Prima Parthica, dalla legione romana che alla fine del secondo secolo dopo Cristo marciò fino in Mesopotamia. Oltre ai 200 paracadustisti italiani ci sono i carabinieri a Baghdad, che addestra la polizia e l’aeronautica in Kuwait con quattro caccia Tornado ed i droni. In tutto 500 uomini che fronteggiano la minaccia delle bandiere nere. I caccia non bombardano, ma scattano fotografie per individuare gli obiettivi dello Stato islamico. Un velivolo senza pilota ha filmato una gigantesca bandiera nera al centro di una città occupata dallo Stato islamico.

I combattenti curdi sono molto motivati, ma hanno pochi mezzi. Qualcuno viene ad addestrarsi con i mocassini e tutti chiedono più armi e munizioni.

La bandiera nera dell'Isis sventola su una città irachena
La bandiera nera dell'Isis sventola su una città irachena

Giovani ed anziani, che hanno già vissuto la guerra in Kuwait o contro l’Iran, si addestrano e combattono per arginare una minaccia che potrebbe arrivare fino da noi.

E sperano che in cambio l’Occidente coroni il loro storico sogno di un Kurdistan non solo autonomo, ma indipendente.

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