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La prima caffetteria di Howard Schultz si chiamava "Il Giornale"

Rientrato dall'Italia dopo un viaggio di lavoro, Howard Schultz si convinse di lanciare un nuovo modello di locali in cui si vendeva caffè. Ma ai titolari di Starbucks l'idea non piacque. Così partì da solo, raccolse 1,6 milioni di dollari e aprì "Il Giornale"

La prima caffetteria di Howard Schultz si chiamava "Il Giornale"

Con una laurea in tasca Howard Schultz inizia a lavorare come venditore per la Xerox (stampanti), nel Connecticut. Rientrato dopo qualche anno nella sua città, a New York, entra nella Hammarplast, un'azienda svedese di prodotti per la casa, di cui poi diverrà vice presidente e general manager alla guida del team di vendtori. Fu proprio lavorando per questa ditta, che produceva anche caffettiere all'americana, che Schultz entra in contatto con Starbucks: quest'ultima non era ancora un colosso ma solo una piccola torrefazione di Seattle. Nel settembre 1982 viene assunto dalla Starbucks Coffee Company, per occuparsi di marketing.

L'idea di concentrare i propri sforzi proprio sul caffè gli viene dopo un viaggio di lavoro in Italia, a Milano e Verona. Schultz rimane affascinato dalla maestria di un barista e molto colpito dal rapporto che si instaura tra clienti e baristi. Pensa sia giusto provare a replicare quel modello di business anche negli Usa. Ma i suoi capi, titolari di Starbucks, non condividono il progetto. Non gli resta che mettersi in proprio. Dopo aver raccolto 1,6 milioni di dollari, Schultz parte da solo, con l'insegna “Il Giornale”. Riesce nell'impresa dopo aver bussato a diversi potenziali investitori, 242 in tutto. In venticinque gli dicono di sì. La prima caffetteria apre nella hall del grattacielo più alto di Seattle, la Columbia Tower. Oltre al caffè i clienti possono trovare un menù di ispirazione italiana. Due anni dopo “Il Giornale” rileva le caffetterie di Starbucks, con Schultz che diventa l'amministratore.

Il grande salto avviene nel 1992: con una catena di 165 negozi, sparsi in diverse città d'America, Starbucks si quota in borsa e fa registrare un volume di affari importante, pari a 93 milioni di dollari. Oltre alla possibilità di bere un caffè, fare colazione, un pranzo veloce o anche solo due chiacchiere con gli amici, Starbucks conquista tutti grazie al fatto di far sentire i clienti come a casa propria.

L'idea è quella giusta e, anno dopo anno, Starbucks mette le ali, diventando un colosso con 180mila dipendenti, 28mila negozi sparsi in 77 Paesi, e un utile di 2,8 miliardi di dollari nel 2017.

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