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Il cardinale tuona contro la linea dura di Trump sui migranti

Il cardinal Daniel DiNardo, presidente dei vescovi americani, si è schierato contro la riforma sul diritto d'asilo

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La Chiesa cattolica si sta uniformando: anche il cardinal Daniel DiNardo, che è su posizioni conservatrici e che è il massimo vertice dei vescovi a stelle e strisce, ha preso carta e penna per manifestare a Donald Trump tutta la sua apprensione per le politiche messe in campo in materia di gestione dei fenomeni migratori dal governo federale degli Stati Uniti.

Il fatto che la Casa Bianca stia intervenendo sulla natura giuridica del diritto d'asilo, limitando le concessioni e destinandole solo a coloro che non giungono negli States mediante sconfinamenti illegali, cosa che avviene con una certa frequenza al confine con il Messico, poi, sembra coadiuvare queste prese di posizione degli alti ecclesiastici. Le elezioni presidenziali del novembre 2020, intanto, si avvicinano in maniera lenta, ma inesorabile. La sensazione è che il tycoon possa contare su una larga fetta di voti provenienti dalla base cattolica, specie da quella pro life, ma non sulle simpatie delle istituzioni clericali. Il che tende a confermare un trend già registratosi in Europa, con la tornata elettorale di maggio scorso.

Tornando a quanto dichiarato, anche via lettera, dal cardinal Daniel DiNardo, vale la pena rimarcare quanto riportato dalla Catholic News Agency: "La norma - ha tuonato il porporato americano - aggiunge ulteriori barriere alla capacità dei richiedenti asilo di accedere alla protezione salva-vita, ci sottrae al nostro dovere morale e impedirà agli Stati Uniti di assumere il solito ruolo guida nella comunità internazionale come fornitore di protezione dell'asilo". La Chiesa cattolica desidera che gli Stati Uniti non perdano quella che in altre circostanze è stata chiamata "vocazione all'accoglienza", mentre The Donald ha anche la necessità di mantenere quanto promesso ai suoi elettori nella campagna elettorale del 2016.

La partita sul muro al confine, che è molto simbolica, è ancora in corso. Non è affatto detto che Trump riesca a inaugurare la sua corsa, affermando di essere riuscito nel suo intento. Poi c'è il Texas, che è uno degli Stati più coinvolti dal fenomeno in oggetto, quello degli ingressi illegali. Da quelle parti, soprattutto negli ultimi anni, hanno sempre preferito votare per il Partito Repubblicano, ma la performance alle elezioni di medio-termine di Beto O'Rourke, che ora si è candidato alle primarie democratiche, ha dimostrato come i distretti texani possano divenire contendibili. E il Texas, in termini di grandi elettori, pesa molto. L'"Obama bianco" ha sì perso contro Ted Cruz nella sfida per il Senato, ma non di molto. Questo costituisce un segnale che gli elefantini non possono non considerare.

Il cardinal DiNardo, dal canto suo, ha domandato all'inquilino della Casa Bianca una inversione di rotta.

Si è spesso parlato di come una parte di Chiesa cattolica americana, quella conservatrice, fosse appiattita sulle politiche del tycoon, ma le voci fuori dal coro, per ciò che riguarda l'accoglienza dei migranti, rimangono davvero poche.

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