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Carter Page, è lui la “spia” di Mosca?

I funzionari della Federal Bureau of Investigation (Fbi) starebbero concentrando i loro sospetti su uno dei consulenti di Donald Trump per fare luce sulla presunta influenza della Russia sulle presidenziali Usa

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Negli Stati Uniti è ancora “caccia alle streghe” sui possibili legami tra il candidato repubblicano Donald Trump ed il Cremlino. I funzionari della Federal Bureau of Investigation (Fbi), secondo quanto racconta Yahoo News, avrebbero concentrato la loro attenzione sulla figura della presunta “spia” Carter Page per scoprire se, attraverso di lui, Trump possa aver negoziato la rimozione delle sanzioni contro Mosca in cambio di un “aiutino” alle presidenziali.

Trump arruola Page, con un passato come ex funzionario per la banca statunitense Merrill Lynch di Mosca, nel 2015. L’uomo, che ora dirige una società di consulenza, la Global Energy Capital con sede a New York, entra così a far parte del team di cinque esperti di politica estera del miliardario americano. Per chi l’accusa, però, più che un consulente sarebbe una specie di “eminenza grigia” rea di aver avuto dei colloqui sospetti a Mosca, durante l’estate, con “soggetti di alto rango sanzionati”.

Questo è il contenuto della segnalazione presentata dal senatore Harry Reid al direttore dell’Fbi James Comey, al termine di uno dei tanti briefing in cui il Congresso Usa ha affrontato la questione, che proverebbe i “legami significativi e inquietanti” tra la campagna di Trump e il Cremlino. Tra gli interlocutori di Page sembra ci siano due volti noti dell’entourage di Putin: Igor Sechin, alla guida della petroliera statale Rosneft, e Igor Diveykin, indicato da alcuni testimoni come il principale referente delle operazioni di sabotaggio delle presidenziali americane.

Tornando a Page, che sinora si è chiuso in un laconico “no comment”, negli scorsi anni, si era già conquistato l’antipatia dell’Amministrazione americana per le sue dichiarazioni politically incorrect. L’ultima in ordine di tempo risale al febbraio 2015 ed è apparsa sulla rivista Global Policy. In quell’occasione il consulente ha apertamente criticato la politica adottata dagli Stati Uniti nei confronti della Russia definendola “sbagliata e provocatoria” ed ha accusato il Dipartimento di Stato di aver preso parte attiva al conflitto in Ucraina.

Hope Hicks, portavoce di Trump, ha spiegato che l’uomo “ha un ruolo informale” ed ha minimizzato l’apporto di Page alla campagna elettorale del magnate americano.

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