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Regeni, la madre: "Sul viso di Giulio s'è riversato tutto il male del mondo"

La famiglia: "Era lì a fare ricerca, non in guerra. L'hanno torturato e ucciso"

Regeni, la madre: "Sul viso di Giulio s'è riversato tutto il male del mondo"

"Verità per Giulio"; solo questo vogliono i genitori Paola e Claudio Regeni, che al Senato si presentano con la bandiera gialla creata appositamente da Amnesty International, con le parole di una campagna che chiede alle istituzioni italiane di non mollare e di continuare a pretendere dall'Egitto risposte a domande che da due mesi vengono poste.

Risposte che tardano ad arrivare e che sono avvolte in una fitta nebbia che al Cairo non sembra volersi diradare, nonostante le promesse fatte dal presidente Abdel Fattah Al-Sisi alla famiglia del giovane italiano ucciso, in un'intervista a Repubblica.

In sala Nassyria al Senato i genitori del giovane italiano, in Egitto per studiare e fare ricerca, sono accompagnati dagli avvocati Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale e dal portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury. Ricordano il dolore di vedere il volto devastato di Giulio, sottolineano che quello che è un unicum per l'Italia è la violenta normalità per decine e centinaia di famiglie in Egitto.

I dati parlano chiaro. Solo nel 2015 le ong egiziane hanno registrato 464 casi di sparizioni forzate, 676 casi di tortura. Quest'anno 88 persone sono state torturate nelle mani dello Stato, otto sono morte.

Non si tratta di "un caso isolato", ricorda la madre di Giulio, Paola, che rievoca il momento in cui con il marito ha dovuto riconoscere il cadavere del figlio, brutalmente torturato. Solo "la punta del naso" era riconoscibile. "Tutto il male del mondo si è riversato" sul volto del giovane italiano, in condizioni indicibili, tanto che dopo averne a lungo parlato i genitori e gli avvocati hanno deciso che no, le fotografie era meglio non mostrarle.

"Un'oltraggiosa messinscena", così avevano definito pochi giorni fa il tentativo della stampa egiziana di accusare la criminalità comune per la morte di Giulio. "Era il ragazzo più pulito del mondo", dice l'avvocato Ballerini. Era "un cittadino italiano, un cittadino del mondo", aggiunge la mamma. E soprattutto "Giulio non era andato in guerra. Era andato a fare ricerca e l'hanno torturato e ucciso".

La famiglia insiste nel ribadire che Giulio non aveva contatti con i servizi segreti. "È forse dall'antifascismo che noi in Italia non ci troviamo di fronte alla tortura", dice ancora la madre di Giulio Regeni. Una circostanza che non può essere dimenticata, quali che siano i rapporti esistenti tra Italia ed Egitto. Per questo Luigi Manconi, senatore del Partito democratico e presidente della Commissione per i diritti umani, chiede di pensare a richiamare l'ambasciatore in Egitto, per dare un segnale.

La prossima data da tenere a mente è quella del 5 aprile. Allora magistrati e inquirenti italiani ed egiziani si vedranno. E la famiglia Regeni chiede al governo di non stare a guardare. "Se sarà una giornata vuota, confidiamo in una risposta forte". Quella che finora è mancata.

@ACortellari

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