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Castro e Obama, storica stretta di mano a Panama

Si tratta del primo incontro ufficiale tra i capi di Stato statunitense e cubano dal momento in cui i due Paesi hanno interrotto le relazioni nel 1961

Castro e Obama, storica stretta di mano a Panama

Oggi a Panama si apre il VII Summit delle Americhe, il vertice dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa). Partecipano, tra i 33 leader del continente, anche Barack Obama e Raul Castro. I due si sono salutati e stretti la mano all'apertura dei lavori. Un momento significativo che arriva subito dopo l'incontro bilaterale tra il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez. Si parla di incontro storico perché è il primo faccia a faccia ufficiale tra i capi di Stato statunitense e cubano dal momento in cui i due Paesi ruppero le relazioni nel 1961.

La portavoce del Consiglio nazionale della Casa Bianca, Bernadette Meehan, ha spiegato che quella tra Obama e Castro è stata una "interazione informale", durante la quale non si è ancora verificata una "conversazione sostanziale". Insomma, i due ieri si sono appena salutati, niente di più. L'incontro vero e proprio è in programma oggi. Obama e Castro annunciarono lo scorso 17 dicembre uno storico accordo per riprendere le relazioni diplomatiche. Un cammino che dovrebbe culminare con la riapertura delle ambasciate a Washington e L'Avana. E non solo...

Ieri sera i due leader hanno preso parte alla cerimonia di inaugurazione del summit nella stessa fila dei presidenti, anche se separati dai capi di Stato di Ecuador, Rafael Correa, ed El Salvador, Salvador Sanchez Cerén. Il saluto avvenuto a Panama non è stato il primo tra i due, visto che Obama e Castro si strinsero la mano anche in occasione dei funerali di Nelson Mandela, nel 2013. E mercoledì scorso, prima di partire per il summit, i due hanno parlato al telefono, così come fecero il 16 dicembre, alla vigilia dello storico annuncio del disgelo.

Papa Francesco ha inviato ai leader riuniti a Panama un messaggio in cui sottolinea come gli sforzi per "gettare ponti e canali di comunicazione e di comprensione" reciproca non sono mai vani. Ci sono, scrive il Papa, "beni fondamentali" - terra , lavoro, casa - e "servizi pubblici" - salute, educazione, sicurezza, ambiente - dai quali nessuno dovrebbe essere escluso, eppure purtroppo questo desiderio condiviso è molto lontano dalla realtà". Ingiustizie e diseguaglianze offendono la dignità umana, sottolinea il Papa, rilanciando la sfida grande del mondo, "la globalizzazione della solidarietà e fraternità invece della globalizzazione della discriminazione e l’indifferenza".

Il pontefice denuncia inoltre le "scandalose differenze" esistenti all’interno di tanti paesi e le loro drammatiche conseguenze, e ricorda ai leader americani che la priorità dei governanti sono "azioni dirette a favore dei più svantaggiati", di cui aver cura come si fa con i più piccoli nelle famiglie: "Non basta - afferma - che i poveri raccolgano le briciole dalle tavole dei ricchi".

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