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Da Ceausescu a Marx, spettri di ritorno

La caserma dove fu giustiziato il dittatore romeno diventa ora un centro commerciale

Da Ceausescu a Marx, spettri di ritorno

Il tragico luogo dell'esecuzione del dittatore Nicolae Ceausescu e sua moglie Elena diventerà un centro commerciale. Gli eredi della monarchia jugoslava vogliono indietro ville, castelli, terreni confiscati dal maresciallo Tito, che oggi sono hotel di lusso o spiagge Vip. Ed il governo cinese regala una statua di Karl Marx, alta più di quattro metri, alla sua città in Germania per i 200 anni della nascita del padre del comunismo. I fantasmi della storia ogni tanto riappaiono, nelle forme più strambe.
La piccola cittadina di Targoviste, in Romania, di soli 80mila abitanti, è famosa per il tragico epilogo della dittatura dei coniugi Ceausescu. Nicolae ed Elena, dopo la cattura, furono sommariamente processati nella caserma di Targoviste, dove vennero fucilati a raffiche di mitra il 25 dicembre 1989. Adesso il luogo tragico, ma storico, sparirà con la costruzione di un centro commerciale di 70mila metri quadrati. Il super magazzino sarà pronto fra due anni grazie ad un investimento di 48 milioni di euro. I coniugi Ceausescu si rivolteranno nella tomba per questo ennesimo sfregio del «capitalismo» dove sono stati passati per le armi. Nell'ex caserma hanno ricavato un piccolo museo costituito da qualche stanza dove la coppia di dittatori dormirono per l'ultima notte e l'aula del «processo». All'esterno è stato mantenuto anche il muro dell'esecuzione con i fori dei proiettili che hanno ucciso i Ceausescu. Il mini museo, mezzo abbandonato, attira un discreto flusso di visitatori. Adesso i media locali si chiedono che fine farà questo piccolo angolo di storia ben presto sostituito da un centro commerciale.
Poco più ad ovest, a Belgrado, gli eredi della gloriosa monarchia jugoslava dei Karadjordjevic battono cassa. La dinastia serba è stata spazzata via dalla seconda guerra mondiale e tutti i suoi beni nazionalizzati dal maresciallo Tito. Secondo il portale Birn, di giornalismo investigativo nei Balcani, gli eredi hanno lanciato il 27 febbraio un'offensiva legale per recuperare le proprietà confiscate. In Montenegro vorrebbero indietro il castello di Ljeskovac, ma pure la casa reale di Cetinje, dove ha visto i natali re Alessandro. Peccato che sia stata trasformata in un museo. Un altro «gioiello» della corona serba sono i 22mila meti quadrati di Milocera, vicina a Budva. La regina Maria trascorreva le vacanze su queste spiagge, ma adesso c'è un hotel meta di turisti da mezzo mondo. Le autorità comunali si oppongono, ma alcuni politici locali, filo serbi, aprono alle richieste dei monarchi. Pure la chiesa ortodossa si schiera con gli eredi al trono. Il metropolita Amfilohije ha dichiarato «ciò che è stato rubato è maledetto» e va restituito. I Karadjordjevic vogliono indietro anche delle proprietà a Bled, località turistica slovena oltre a miniere d'oro e di carbone in Serbia e Bosnia. Sulla lista delle richieste compaiono pure monete d'oro, lingotto e preziosi sotto chiave nella Banca nazionale.
Un altro fantasma della storia, che riappare, è la statua in bronzo di Marx inviata come dono dal governo cinese in Germania. Il monumento in stile Mao è arrivato martedì a Trier, la città natale dell'autore del Manifesto, che ha ispirato tutti i regimi comunisti. Il 5 maggio, duecento anni dopo la nascita di Marx, dovrebbe venire inaugurata di fronte alla casa del pensatore rivoluzionario. Ogni anno 150mila turisti, in gran parte cinesi, vengono a visitare la casa museo. La statua e la possibile presenza ai festeggiamenti del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha sollevato aspre polemiche anche al di fuori dei confini tedeschi.

Daniel Kawczynski, parlamentare inglese fuggito a 7 anni con la famiglia dal giogo comunista in Polonia, sottolinea che «il marxismo ha portato all'uccisione di milioni di persone in tutto il mondo».

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